Elly Schlein, bomba-Cottarelli: "Cosa è sparito nel documento del Pd"
Carlo Cottarelli ha detto addio al Pd e alla sua poltrona da senatore. Lo ha annunciato ieri 7 maggio con una lettera a La Repubblica e da Fabio Fazio a Che tempo che fa. Le ragioni dell'economista sono ben precise: "Lo spostamento del Pd in un’area lontana dai miei valori liberal democratici ha facilitato la decisione", ribadisce in una intervista a Il Corriere della Sera dove spiega la scelta di lasciare il gruppo del Partito democratico a Palazzo Madama. "Anche la composizione della segreteria. Però, attenzione, credo che abbia fatto bene a spostare il Pd a sinistra", sottolinea Cottarelli. "Il messaggio che adesso arriva dal Pd è più coerente con quello che dovrebbe avere un partito di sinistra. È importante che il messaggio di un partito sia chiaro", aggiunge.
“Sono a disagio nel Pd di Elly Schlein”: la scelta drastica di Cottarelli
Tra gli elementi che lo hanno spinto alla decisione di lasciare il gruppo, chiarisce Cottarelli, sono stati "il tema dell’energia nucleare, il termovalorizzatore, il freno al superbonus, anche l’utero in affitto o alcuni aspetti del Jobs act. Ma questi sono temi specifici, non il tema fondante. Qual è? Il ruolo del merito nella società e il peso che debba avere l’uguaglianza delle opportunità rispetto all’uguaglianza redistributiva. Entrambi sono importanti ma è il peso relativo che conta".
"Quando ho deciso di partecipare alla campagna elettorale del Pd, sono andato a leggere il documento dei valori, l’ultimo che c’era, quello del 2008: merito e opportunità erano scritti con chiarezza. Nel documento del 2023 il merito era sparito, anche un po' criticato. Ma non solo da lì. Anche dalla mozione che Elly Schlein ha presentato per la candidatura alla segreteria", conclude Cottarelli.
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