Crisi Italia-Francia, l'emergenza migranti è figlia degli errori fatti Oltralpe
Parbleu, ci siamo tolti la soddisfazione di vedere un pezzo di Francia che ci chiede pardòn e di rispondere non basta, ripassate grazie. L’attacco del ministro dell’Interno di Parigi, Gérald Darmanin, alla Meloni, accusata pubblicamente di non saper tenere sotto controllo l’immigrazione, si è risolto in un buco nell’acqua in Italia e potrebbe rivelarsi un boomerang Oltralpe. Da noi, per la prima volta l’opposizione ha solidarizzato con il governo. Perfino Roberto Saviano e Tomaso Montanari, di professione odiatori della premier e ricercatori di reperti fascisti, hanno detto che il bel “Damerin” di Macron ha strillato per coprire i propri guai più che per denunciare le colpe italiche. Solo La Repubblica ha finto di abboccare alla crisi diplomatica, sperandoci fino all’ultimo e titolando «Lo schiaffo della Francia», che invece è stato uno sgambetto a se stessa.
Il fatto è che i cugini francesi sono sull’orlo della guerra civile. Mentre in Italia il primo maggio, giorno dedicato alla protesta della Cgil contro il governo, le polemiche si sono ridotte alle parole con le quali Ambra Angiolini dal palco ha catechizzato il fisico putiniano Carlo Rovelli e al video della premier sul decreto lavoro, al di là delle Alpi sono state arrestate più di 250 persone, tutta gente che voleva fare il mazzo a Macron e ai suoi ministri. A Parigi hanno paura che l’eredità del presidente sarà la vittoria della signora Le Pen e la prima conquista dell’Eliseo da parte del Front National. Per esorcizzare il terrore, il governo francese mette le mani avanti, trova ogni pretesto per dire che la Meloni non sa governare e lo fa non tanto per attaccare Giorgia quanto per dissuadere i propri connazionali a votare Marine.
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Buona fortuna, anche se la disperazione è cattiva consigliera e, come si è visto con “Damerin”, rischia solo di peggiorare la situazione.
DOPPIO AUTOGOL - Ma c’è un altro aspetto per il quale l’attacco francese pare più che altro kamikaze. Quell’accusa all’Italia di non saper gestire da sola l’emergenza rivela qual è la vera politica di Parigi, e probabilmente di tutta Europa, nei confronti del mare di disperati che a ondate si riversano sulle nostre coste. Dimostra che, al di là delle belle dichiarazioni d’intenti, la Ue non ha alcun proposito solidaristico e nessuna intenzione di responsabilizzarsi rispetto alla soluzione del problema. Parigi dice che siamo disumani quando fermiamo il traffico delle navi delle ong ma poi, se è chiamata ad allargare le braccia per accogliere, stringe i pugni e mena chi prova a violare i suoi confini.
Anche sul merito della critica, peraltro, ci sarebbe da ridire. Se gli sbarchi di clandestini sono aumentati non è colpa del governo italiano. Il numero di arrivi dipende da quello delle partenze e Roma nulla può per fermare chi si mette in mare da quando uno dei predecessori di Macron, tal Sarkozy ridens, ha destabilizzato la Libia e con essa mezzo Continente nero. Il risultato è che Parigi, rispetto al 2011, anno dell’infausta decisione, ha perso il controllo di tutta l’Africa mediterranea e sub-sahariana, che era un suo feudo. Non solo; malgrado usino i manganelli delle loro squadracce contro chi prova a entrare in Francia, le autorità transalpine non riescono a fermare la maggior parte dei clandestini e si trovano con un’immigrazione molto più fuori controllo dell’Italia.
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Già perché, bisogna riconoscerlo, anche se la promessa elettorale del blocco navale ormai è finita nel libro dei sogni, al momento nel nostro Paese non assistiamo a quelle scene della malavita che erano abituali durante la scorsa ondata di clandestini, quella mal gestita dai governi Letta e Renzi, che avevano più arrivi, li chiamavano risorse, li rinchiudevano qualche settimana in centri lager e li facevano riversare tutti nelle strade, per lo più a delinquere. L’emergenza immigrati è figlia di tanti fattori, ma certo la Francia ha avuto un ruolo decisivo sia nel crearne i presupposti nelle sue ex colonie che continua a controllare come può sia nell’ostacolare ogni tentativo di soluzione europea. Quanto all’Italia, le sue colpe sono state nello smantellare Mare Nostrum, perché costava troppo, e nell’accettare di farsi carico della gestione di tutti i migranti in cambio di uno sconto sul rispetto dei parametri Ue. Ma sono tutte responsabilità degli amici nostrani di Macron.