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CdM, taglio del cuneo approvato: le cifre degli aumenti in busta paga

Benedetta Vitetta
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È terminatoi il Consiglio dei Ministri per il varo di nuove misure sul lavoro e sulle buste paga. Qui di seguito vi proponiamo un quadro degli interventi che il governo ha intenzione di mettere in atto per aumentare i redditi dei lavoratori e delle famiglie. 

Un primo maggio che passerà alla storia per i “100 euro” di Giorgia Meloni. Già perché con il Decreto Lavoro che l’esecutivo varerà oggi milioni di italiani potranno festeggiare. Con il taglio del cuneo fiscale che sarà fissato stamane, infatti, da luglio saranno in moltissimi quelli che si ritroveranno più soldi in tasca. Parliamo per lo più dei lavoratori con stipendi medio-bassi (ossia quella piccola media borghesia completamente dimenticata dai passati governi di centrosinistra) che nei prossimi mesi riceveranno un aumento in busta paga circa un centinaio di euro. Nel contempo, sempre con l’ultimo decreto legge, sarà abrogato dal 1 gennaio 2024 il Reddito di cittadinanza creato e fortemente voluto dal M5S che è opportuno rimarcare - ha completamente fallito soprattutto sul fronte delle politiche attive del lavoro. Il Rdc che dal prossimo anno trasforma in assegno di inclusione. In più sempre a sostegno delle famiglie e della natalità- uno dei punti su cui il premier continua a battere di più - l’esecutivo ha deciso che non tasserà i fringe benefit fino a 3mila euro per i lavoratori con figli.

SOLDI IN TASCA
Insomma, dopo soli sei mesi di lavoro, il governo Meloni incassa nuovi importanti e prosegue «nel migliorare le condizioni di famiglie e imprese italiane. È un esecutivo che mette e non toglie soldi dalle tasche degli italiani operosi che lavorano. Per questo sta cambiando anche il paradigma. Basta con l’assistenzialismo di Stato. Chi non può lavorare è giusto che vada aiutato, ma il governo è impegnato per migliorare i processi economici, dare nuovo smalto alla produzione e aumentare le opportunità di lavoro. Anziché elargire sussidi per non lavorare il governo investe per ridurre la disoccupazione e aumentare gli stipendi» ha spiegato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti. Un decreto che, a conti fatti, tra il taglio del cuneo fiscale (dal mese di luglio a novembre 2023 vale 4,1 miliardi di euro), l’introduzione dell’assegno di inclusione (5,4 miliardi per il 2024) e fringe benefit vale complessivamente 10 miliardi di euro. Ma soffermiamoci ora sulla misura più attesa, quella che riguarda il taglio del cuneo fiscale. Per capirci si tratta della differenza che c’è tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e la busta paga netta ricevuta dal lavoratore. Una differenza che, ahimè, balza subito all’occhio di qualsiasi dipendente nel momento in cui controlla il cedolino mensile.

 


L’intervento partirà dal mese di luglio per terminare a novembre (per ora) e il taglio arriverà a 6-7 punti: precisamente per chi ha una retribuzione fino a 25mila euro si tratta di un taglio di 7 punti, per coloro che hanno un lordo compreso tra i 25 e i 30mila euro lordi parliamo di una riduzione del cuneo fiscale di 6 punti. Inizialmente l’esecutivo aveva ipotizzato di partire da maggio fino a fine anno ma ipotizzando però una sforbiciata di “soli” 4 punti. I lavoratori coinvolti dalla misura avranno dalla paga di luglio un vantaggio mensile tra gli 80 e i 100 euro.


Per comprender più chiaramente che succederà dai prossimi mesi in poi per diversi milioni di lavoratori soffermiamoci su due simulazioni elaborate dallo studio De Fusco Labour & Legal, per conto de il Sole24Ore: riguardano uno stipendio annuo di 20 e 35 mila euro lordi. Con il taglio di 2 punti deciso dal governo Draghi il primo lavoratori (quello meno ricco) aveva un vantaggio mensile di 21,95 euro cui si è poi somma la riduzione (1 punto) decisa a fine anno dalla Meloni (-10,97 euro) per cui il vantaggio totale saliva a 32,92 euro. Ora con l’intervento di 4 punti c’è un beneficio in busta di 43,90 euro. Che complessivamente si trasforma in un vantaggio di 76,82 euro al mese. Cifra che calcolata su 5 mesi diventa un gruzzoletto di 384,10 euro. Se il calcolo viene invece fatto su un dipendete con uno stipendio di 35mila euro il vantaggio da cui partiva ora era di 32,85 euro. Che dal prossimo mese di luglio diventeranno grazie alla riduzione di altri tre punti di cuneo che sarà varato stamane - di 65,70 euro. In totale stiamo parlando di un vantaggio di ben 98,56 euro. Se noi ora moltiplichiamo quest’ultima cifra per 5 ecco cosa spenderà in più o metterà in cascina un lavoratore grazie al decreto lavoro targato Meloni: 492,78 euro. Che altro dire... 

 

 

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