Giorgia Meloni, furia al telefono dopo lo stop alla Camera: il retroscena
Quando Giorgia Meloni, che si trovava a Downing Street con il premier britannico Sunak, ha ricevuto la telefonata di Alfredo Mantovano, che "furibondo" le racconta che sono mancati i voti alla Camera della maggioranza sul Def, "è rimasta basita" e poi si è infuriata. Chi era con lei, riporta il Corriere della Sera in un retroscena, dice che era "fuori dalla grazia del cielo" per la figuraccia a cui l'ha costretta la sua maggioranza che non ha quindi approvato il documento e che ha messo a rischio il Consiglio dei ministri del Primo maggio: "Io non ho parole", ha scritto poi su Whatsapp nella chat di Fratelli d'Italia.
"Non si rendono conto". Governo sotto, ira-Giorgetti: chi erano gli assenti
Si dice che il presidente del Consiglio abbia parlato "più volte con Mantovano" anche per "capire se il suo ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, avesse informato esponenti del governo e deputati dell’importanza del voto e cerca i leader dei partiti, per verificare se gli alleati abbiano voluto farle un trappolone". Dubbio legittimo visto che anche il ministro Giancarlo Giorgetti ha sbottato contro i deputati che "non si rendono conto".
Qualcuno sostiene poi che ci sia stata anche una telefonata tra Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma dal Quirinale negano tutto. Di certo dei "contatti tra Palazzo Chigi e il Colle ci sono stati, eccome. La tentazione del governo di far rivotare lo stesso testo del Def che era andato sotto in Aula ha allarmato i tecnici quirinalizi, i quali, interpellati per un parere, hanno suggerito ai collaboratori più stretti di Meloni di seguire la prassi: 'Mai è successo di votare lo stesso testo dopo la bocciatura'".
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Tant'è. Il Cdm è stato poi convocato in fretta e furia e i ministri "allibiti" hanno accettato di modificare la relazione che accompagna il Def. E il Cdm del Primo maggio si farà, Ma il governo "ha ballato" su temi importanti. Meloni è in "imbarazzo", "sperava di offrire un’immagine di maggiore unità, affidabilità e senso di responsabilità" all'Unione europea.