Meloni, l'allarme di Sallusti: "Ue, regole truccate per tenere sotto scacco il governo"
Qualcuno dotato di un minimo di senso critico può davvero pensare che il problema dell’Italia sia il suo tasso di fascismo residuo? Lasciamo il tema ai cosiddetti intellettuali che, come disse il presidente Eisenhower, «sono uomini che usano più parole del necessario per dire più di quanto sappiano». Archiviato il 25 aprile torniamo sulla terra e speriamo almeno in un atterraggio morbido. Già, perché in giro c’è turbolenza e il meteo non indica nulla di buono.
Mi riferisco alle previsioni economiche, in particolare a quelle che riguardano i conti dello Stato. Le cose per la verità non vanno così male ma siamo alle solite: l’Europa preme per tornare velocemente ai parametri pre Covid, a prima cioè che la pandemia facesse saltare, di comune accordo, i vincoli al debito pubblico per permettere di fare fronte efficacemente ai danni provocati dal virus. Questo, non il fascismo, è il problema che si trova oggi ad affrontare il governo, ma più corretto sarebbe dire il problema che si trova ad affrontare l’Italia che come noto è il paese europeo con il debito peggio messo.
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Giorgia Meloni aveva di fronte a sé due strade: fare la matta o mettersi a ragionare con le istituzioni di Bruxelles. Ha scelto la seconda allacciando una serie di rapporti internazionali basati sul pragmatismo e sulla ragionevolezza: mettere l’Italia con le spalle al muro sui conti non giova certamente all’Italia ma tantomeno all’Europa che in questo momento, con una guerra alle porte e una opinione pubblica sul tema incerta e nervosa, ha bisogno di tutto meno che dividersi e litigare. Ha trovato ascolto? Diciamo più del previsto, stante lo scetticismo con cui all’estero era stato accolto l’esito delle elezioni. Ma diciamo le cose come stanno: questa Unione europea, certamente fino al rinnovo del suo parlamento il prossimo anno, è a trazione di sinistra e per quanto questa Italia di destra si stia dimostrando responsabile nel fare i compiti, il sospetto che a Bruxelles qualcuno pensi di poter dare una mano ai compagni italiani be’, per certi versi è più che fondato.
Tenere sotto scacco il nostro governo impedendogli di fare le riforme promesse, a partire da quella fiscale, per partigianeria politica sarebbe come truccare le regole del gioco. Chi ci fa conto sappia che primo gli italiani non sono fessi, secondo che non si salverebbe nessuno, tantomeno la sinistra le cui impronte digitali sono già ora ben evidenti.
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