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Pd, Enrico Borghi ad alzo zero: Schlein "demolita" punto per punto

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"Oggettivamente il 25 febbraio ha rappresentato un momento di cesura nel percorso del Pd e della sinistra italiana per stessa ammissione di chi ha vinto quelle primarie": Enrico Borghi, ospite di Alessandra Sardoni a Omnibus su La7, ha spiegato il motivo per cui ha scelto di lasciare i dem per traslocare in Italia Viva da Matteo Renzi. "Il ricongiungimento familiare, il ritorno a casa, il ritorno della sinistra a un'identità forte... sono tutti temi assolutamente legittimi sul piano di un dibattito, ma modificano in radice la natura identitaria di un partito che era nato come sintesi di più riformismi".

L'intervento di Borghi a Omnibus

"Nella segreteria però ci sono un po' tutte le anime...", gli ha fatto notare allora la conduttrice. Ma lui ha controbattuto: "Prima di arrivare agli assetti io vorrei stare sulla politica. Bisogna guardare in faccia la realtà per quella che è: ci sono state prese di posizione su alcuni temi importanti che portano questo partito in una dinamica diversa rispetto alla originaria impostazione".

"Quali cose non sono andate?", lo ha incalzato la Sardoni. "Il tema della politica non è riducibile a spot - ha risposto il senatore - c'è una questione organica dalla quale si evince uno spostamento verso una sinistra più massimalista e radicale che non risolve alcune questioni, come il tema dell'economia, il tema delle imprese, il tema del rapporto tra lo sviluppo e la coesione sociale-territoriale che è stato sostituito da un'idea di Stato assistenziale in cui attraverso la leva del debito pubblico ci si immagina di poter risolvere tutti i problemi". Infine Borghi ha ammesso: "Nessuno mi ha chiamato e non mi dimetterò dal Copasir".

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