Ue, il nuovo patto di stabilità: "Niente scuse", cosa cambia per l'Italia
Il nuovo patto di stabilità potrebbe presto diventare realtà. Nella proposta avanzata da Bruxelles, rimangono invariati i valori di riferimento del rispetto della soglia del 3 per cento del Pil per il deficit e del 60 per cento del Pil per quanto riguarda il debito pubblico di ogni Stato membro. Per i Paesi che superano queste soglie, la Commissione pubblicherà una traiettoria tecnica per fornire indicazioni agli Stati nella definizione di riduzione del percorso di spesa netta, da includere nei loro piani strutturali di bilancio a medio termine.
Le traiettorie tecniche copriranno il periodo minimo di aggiustamento di quattro anni del piano di bilancio a medio termine, compresa una possibile estensione per un massimo di tre anni, con lo scopo di fornire una guida specifica per ogni Stato e garantire una graduale e continua traiettoria di riduzione del debito pubblico. La traiettoria, in particolare, garantirà che: il rapporto debito pubblico/Pil venga portato su un percorso plausibilmente discendente o rimanga a livelli prudenti; il deficit sia portato e mantenuto al di sotto del valore di riferimento del 3 per cento del Pil; il rapporto debito pubblico/Pil sia più basso alla fine del periodo coperto dal piano, rispetto all’inizio del periodo stesso. Le proposte legislative contenute nella proposta tengono conto della necessità di riduzione dei livelli di debito pubblico degli Stati membri, con l’obiettivo di ridurli in modo "realistico, graduale e sostenuto, preparando l’Ue alle sfide future sostenendo i progressi verso un’economia verde, digitale, inclusiva e resiliente".
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La base della proposta presentata sono i piani di bilancio a medio termine di ogni Stato membro, che definiscono gli obiettivi di bilancio, le misure per affrontare gli squilibri macroeconomici e le riforme prioritarie per un periodo di almeno quattro anni. I piani saranno valutati dalla Commissione e approvati dal Consiglio Economia e finanza (Ecofin). Nelle intenzioni dell’esecutivo Ue, questo rafforzerà la titolarità nazionale, fornendo agli Stati membri un maggiore margine di manovra nel definire i propri percorsi di aggiustamento fiscale e gli impegni di riforma e investimento, garantendo allo stesso tempo una traiettoria di riduzione del deficit e del debito pubblico. Ma a cerare qualche tensione sono le parole del vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis: "Ora gli Stati non potranno più rimandare gli aggiustamenti di bilancio" e "non ci saranno più scuse". Insomma lo scontro in Europa si riapre ed è alta tensione sulla "regola delle regole", quella che determina la stabilità economica dei Paesi membri.
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