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Di Maio inviato Ue, Travaglio: "Sistema mafioso chiamato politica"

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Il nuovo incarico di Luigi Di Maio come inviato speciale dell'Unione europea nel Golfo Persico ha fatto saltare tutti dalla sedia. A parlarne oggi sul Fatto Quotidiano è Marco Travaglio, che per l'ex grillino non prova grande simpatia a causa del suo addio al Movimento 5 Stelle. Il giornalista, pur riconoscendo in lui delle qualità, ha comunque delle critiche molto pesanti per l'ex ministro: "Chiunque ha visto all’opera Di Maio sa che è fin troppo sveglio, con una gran capacità di imparare e migliorare. È stato un buon leader M5S, un buon vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo nel Conte-1, un buon ministro degli Esteri nel Conte-2 e nel Draghi". E poi aggiunge: "Buono non vuol dire condivisibile. Il suo atlantismo acritico, identico a quello di Draghi, Mattarella, Letta&C., non ci piace".

 

 

 

Sull'incarico in Ue, invece, Travaglio si chiede: "Perché hanno scelto proprio lui, dopo lo 0,6% dei voti al suo partitucolo?". Il riferimento è a Impegno civico, che non ha fatto una grande performance alle ultime Politiche. La risposta, comunque, il direttore del Fatto se la dà da solo: "Perché il sistema mafioso chiamato 'politica' doveva premiare la sua fedeltà canina ai padroni italiani ed esteri. Guai se chi si immola per l’establishment finisse sul lastrico". 

 

 

 

A Travaglio, insomma, non sarebbe ancora andata giù l'operazione che alla fine portò al capolinea l'esperienza di Giuseppe Conte al governo. "Un anno fa Di Maio fu incaricato di far fuori Conte, unico ostacolo superstite alla normalizzazione draghiana del sistema", scrive ancora il direttore del quotidiano. E ancora: "Di Maio, con l’avallo dei suoi spiriti guida al Quirinale, a Palazzo Chigi e al Nazareno, scatenò la scissione di 66 parlamentari dai 5Stelle. Si illudeva di rafforzare Draghi e se stesso e di indebolire Conte. Accadde l’opposto". Sui pessimi risultati del suo partito, poi, Travaglio aggiunge: "Punito dal basso, Di Maio viene ora premiato dall’alto: si scrive Borrell, ma si legge Draghi, Quirinale, Nato e vecchio Pd". 

 

 

 

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