Pd contro Meloni: "Decreto del lavoro il primo maggio? Una provocazione"
"Approvare il 'decreto lavoro' il 1° maggio è una provocazione e una grande presa in giro": lo scrive il Partito democratico in una nota, facendo riferimento al Cdm convocato da Giorgia Meloni lunedì prossimo per parlare di provvedimenti in ambito sociale e lavorativo. "Sarà l’occasione per il governo di sbandierare un taglio temporaneo del cuneo fiscale con cui metterà una piccola, temporanea misura di qualche mese alla voragine della perdita del potere d’acquisto dei salari provocata dall’inflazione - si legge nella nota dei dem -. È lo stesso governo che con il Def invoca la moderazione salariale, non mette un euro sul rinnovo dei contratti pubblici e non si impegna a sollecitare il rinnovo dei contratti privati scaduti per più di 6 milioni di lavoratori".
"Nascosto nel decreto ci sarà invece un ulteriore aggravio della precarietà del lavoro, attraverso la facilitazione dell’uso e abuso dei contratti a termine, fino a 24 mesi, con la collaborazione di associazioni sindacali non rappresentative, le stesse che firmano i contratti pirata, o con quella dei consulenti del lavoro, che non sono certo un organismo di rappresentanza", proseguono i piddini. Che poi puntano il dito contro la stretta sul reddito di cittadinanza: "Il decreto introduce due misure sostitutive per le quali verranno stanziate risorse nettamente inferiori rispetto a quanto il governo precedente aveva previsto per il Rdc: -12% nel 2024, -25% nel 2025 e -31% nel 2026. È la conferma che il governo sta facendo cassa a detrimento delle politiche contro la povertà. E viene affossata l’idea di una misura di contrasto universale alla povertà: saremo l’unico paese europeo senza questa rete di protezione".