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Ignazio La Russa "allibito". Antifascismo, chi querela

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"Non sono io a dover rettificare ma chi non sa leggere o vuole polemizzare a tutti i costi". Ignazio La Russa non incassa e anzi contrattacca sulle polemiche che lo hanno nuovamente investito, da sinistra, per le sue parole sulla nostra Costituzione "non antifascista". "Resto allibito di fronte allo stravolgimento della verità sulle mie parole scambiate alla bouvette del Senato con due giornalisti di Ansa e Agi a cui si è accostato un giornalista di Repubblica".

 

 

 

"Le mie parole - prosegue La Russa - sono subito state riportate fedelmente dalle due agenzie che, riferendosi al voto non unitario appena concluso in Aula sulla mozione del centrodestra, erano testualmente queste: 'La parola antifascismo non c'è nella Costituzione', dando così ragione al senatore Lucio Malan

 

 

 

L'agenzia Ansa e l'Agi avevano riportato: "Guardate che nella Costituzione non c'è alcun riferimento alla parola 'antifascismo'. Credo perché ciò accade sotto la spinta dei partiti moderati che non volevano fare questo regalo al Pci e all'Urss".

 

 

 

"Aggiungevo, inoltre - prosegue il presidente del Senato ed esponente di spicco di Fratelli d'Italia - di riconoscermi nei valori della Resistenza che sono espressi in positivo nella prima parte della Costituzione. Non sono quindi io a dover rettificare alcunché ma chi non sa leggere le agenzie o vuole a tutti i costi polemizzare e offendere. Sto raccogliendo le dichiarazioni e i commenti vistosamente falsi e offensivi, diversi dal legittimo dissenso, per valutare ogni opportuna azione a tutela della mia onorabilità".

 

 

 

Anche questa storia, dunque, rischia di finire in tribunale, proprio come quella che vede coinvolto il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida per le sue parole sulla sostituzione etnica: "Querelo chi mi chiama hitleriano".

 

 

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