Cerca
Cerca
+

Matteo Salvini e il 25 Aprile, "come lo festeggerò io"

  • a
  • a
  • a

"So quello che farò io: il 25 Aprile celebrerò la Liberazione del nostro Paese, starò un po' in famiglia e lavorerò come lavorerò il Primo Maggio, perché gli italiani ci pagano per farlo". Matteo Salvini, leader della Lega e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, si tiene lontano dalle polemiche che hanno investito nuovamente il presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha definito "non antifascista" la nostra Costituzione e che ha annunciato che il 25 Aprile prossimo si dividerà tra le celebrazioni a Roma e un viaggio a Praga per celebrare Jan Palach, giovane studente cecoslovacco morto per opporsi all'invasione dei comunisti russi. Un martire dei totalitarismi, certo, ma la scelta non è andata giù alle opposizioni di sinistra che hanno bombardato nuovamente l'esponente di Fratelli d'Italia.

 

 

 

Arrivando al Salone del Mobile però Salvini, che è anche vice della premier Giorgia Meloni, taglia corto di fronte alle domande dei giornalisti sul tema. "E' d'accordo che non c'è l'antifascismo nella Costituzione italiana?", gli chiedono per rinfocolare la polemica. "Faccio il ministro delle Opere pubbliche, mi occupo di futuro non di commenti, che riempiono i giornale. Non mi pagano per commentare". Più o meno la stessa reazione riguardo alle frasi del ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida sulla "Sostituzione etnica": "Mi pagano per lavorare, costruire e sbloccare e fare non per commentare".

 

 

 

Sul Pnrr, Salvini conta che tutte le risorse a disposizione dell'Italia saranno investite, "però l'importante è che li usi bene. Non è la lotteria di Capodanno, in cui ho trovato 100 euro e devo spenderli tutti e 100 entro mezzanotte, se no li perdo".

 

 

 

Da poche ore il vicepremier è anche commissario all'emergenza siccità. E per risolvere la crisi idrica in Italia, spiega il leader leghista, ben venga anche l'intervento dei privati. Certo, "il pubblico deve controllare, pianificare e organizzare, ma senza il contributo dei privati non ce la facciamo. E non solo sulla crisi idrica, ma anche sull'edilizia, sul mobile, sui cantieri, sul ponte tra Sicilia e il resto d'Europa". Per far sì che questo avvenga "Abbiamo approvato un codice degli appalti che rende più facile e veloce lavorare, dunque, se ci sono privati che vogliono investire in Italia sono i benvenuti".

 

 

Dai blog