Luca Zaia, "cos'è il 25 Aprile". Lezione alla sinistra sull'antifascismo
"Il 25 Aprile è una festa fondante". Il messaggio di Luca Zaia, dalle colonne del Corriere della Sera, vuole sgombrare il campo da ogni dubbio, a destra come a sinistra. Nelle ultime ore il presidente del Senato Ignazio La Russa è stato investito da una nuova polemica per le sue frasi sulla Costituzione ("Non è antifascista") e sulla decisione di festeggiare la Liberazione sia in Italia sia a Praga, per celebrare il sacrificio di Jan Palach, giovane che morì per opporsi all'invasione sovietica della Cecoslovacchia comunista.
Una festa contro ogni totalitarismo, che le opposizioni però considerano essenzialmente una festa "loro", nonché esclusivamente anti-fascista. "Io vorrei che diventasse anche una festa di futuro", aggiunge il governatore leghista del Veneto. Il 25 Aprile deve diventare "la festa della lotta all’intolleranza, al razzismo, alla violenza e alla mancanza di libertà. Che sono valori di tutti, non di destra o di sinistra. E il 25 Aprile è importante, oggi come ieri". Nella guerra di Resistenza, aggiunge, "non hanno combattuto soltanto coloro che erano in armi. Ma ha coinvolto, donne, bambini, civili. E vanno ricordati gli ebrei sterminati e anche i non italiani che hanno partecipato. È stata una guerra del mondo. Ma è anche attualità". Il parallelo è con quanto sta accadendo in Ucraina: "A meno di 2000 km da casa, si sta combattendo una nuova Resistenza. Quella del popolo ucraino che rischia di essere sopraffatto. Anche lì, soldati in armi ma anche donne, bambini. Una società inerme. È un’assonanza che non ci permette di dimenticare".
Il 25 Aprile in Veneto è una festa molto sentita anche per un altro motivo: è San Marco?. "Non è per annacquare il senso della Liberazione, ma per ricordare che la nostra bandiera, che ha 1100 anni di storia, è l’unica al mondo che contiene la parola pace". Per questo la Liberazione deve "uscire dal solito copione di guelfi e ghibellini. Noi per primi, come istituzioni dobbiamo evitare di tenere vivi certi conflitti. Che vediamo anche sul Primo Maggio e sul 2 Giugno. L’obiettivo è che diventino feste per tutti". Zaia condanna il revisionismo di certi ambienti di destra estrema, ma anche l'atteggiamento della sinistra che dice no alla mozione della maggioranza contro i totalitarismi perché non contiene la parola "antifascismo". "E' un modo per continuare a coltivare le divisioni. Dire che questo paese è fascista è coccolare una battaglia che non esiste più. È una pagina chiusa, come quella del comunismo. Ma io non sono tra quelli che giocano a carte, campi di concentramento contro foibe. Così non ne usciamo".