Elly Schlein getta la maschera: "Favorevole all'utero in affitto"
Elly Schlein - al rientro dalle ferie dopo le “fatiche” procurate da un mese di gestione del Pd, ossia scendere in piazza contro i fascismi (immaginari) e mettere in piedi la segreteria (farci entrare mezza Sel e Articolo 1 deve essere stato un bell’impegno) - ha deciso di convocare la prima conferenza stampa. Di rispondere cioè, finalmente, a delle domande: per sgombrare anche il campo dai tanti dubbi sorti sulle sue posizioni. Ci si dovrà abituare, però, al suo “metodo”: per ricevere una mezza risposta occorrerà chiederle dalle due alle cinque volte la stessa cosa. Col risultato che i nodi più intricati restano ancora tutti da sciogliere. Togliendo, infatti, il comizio d’apertura sul 25 aprile, l’allarme contro la presunta deriva ungherese in Italia e le invettive sul Pnrr, il discorso per Elly si complica maledettamente ogniqualvolta arrivano i temi spinosi sui quali la neosegretaria – intercalando nervosamente con un «diciamo» che ripeterà più di un centinaio di volte – perde puntualmente la fumosa parlantina per arrampicate sugli specchi che raggiungono picchi notevoli.
CATTOLICI IRRITATI - La più vistosa, con Libero che ha svolto una campagna sul reiterato silenzio della leader all’appello delle cento femministe, è stata sull’utero in affitto. Alla prima richiesta di chiarimenti ha sorvolato, glissando un «c’è piena disponibilità al confronto con tutti i femminismi e le associazioni». Alla seconda sollecitazione però Schlein è stata costretta a gettare la maschera: «Ho sempre espresso di essere favorevole alla Gpa ma non l’abbiamo inserito nella mozione (congressuale, ndr) perché siamo disponibili al confronto. Nella pdl che abbiamo presentato si prevede il matrimonio egualitario, le adozioni, il riconoscimento dei figli ma non la regolazione della Gpa». Tradotto: fosse per lei sì all’utero in affitto (con buona pace delle femministe) ma adesso non è il momento.
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Dunque sì del "suo" Pd al riconoscimento automatico dei bambini nati all’estero dalle coppie omosessuali – con stupore dei cattodem, pronti alle barricate – proprio da questa pratica definita dalla Corte costituzionale un’offesa «alla dignità della donna».
Altra arrampicata spericolata sul tema del termovalorizzatore di Roma: uno scoglio su cui, perfidamente, gli pseudo-alleati 5 Stelle e Verdi hanno seminato odg sul suo cammino. Elly che fa? Glielo chiedono in continuazione i cronisti in sala. Alla fine sceglie di non scegliere: «Il termovalorizzatore è una scelta che era stata presa dall’amministrazione di Roma ben prima del congresso». Cosa farà allora nel futuro su questo tema, lei che ha scelto un’ambientalista contraria agli inceneritori come responsabile ambiente? Dirà “no”? E invece “nì”: «Visto che esistono sensibilità diverse nel Pd, io mi impegno a favore del confronto tra di noi e con gli amministratori». Quanto al modello Udine, il premio di consolazione ottenuto dopo le batoste delle Regionali, sul tema rifiuti è già sepolto: «Non ho ancora visto i testi degli odg (di M5S e Verdi) contro il termovalorizzatore ma immagino che voteremo contro».
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Prima di questi salti carpiati, la conferenza stampa di Schlein è iniziata con quaranta minuti di monologo. In cima alle priorità, ça va sans dire, il 25 aprile e il ritornello antifascista: «Sarò a Milano. È una celebrazione particolarmente importante e sentita». In tema retorico-resistenziale il luogo della prima segreteria: «L’abbiamo convocata a Riano: per rendere omaggio a un grande italiano, Giacomo Matteotti, ucciso dai fascisti». Via poi alla fiera dell’insulto all’esecutivo Meloni. Sul Dl Cutro «il governo cerca di portare l’Ungheria in Italia». Sul Pnrr «siamo davanti al governo campione mondiale di scaricabarile» e l’evergreen «non possiamo permetterci di perdere quegli investimenti». Non poteva mancare la difesa d’ufficio del reddito di cittadinanza: «Quello che si profila è una sorta di spezzatino del Rdc. Noi ci siamo opposti a questa guerra del governo contro i poveri».
LE INCERTEZZE - Senza grande trasporto, poi, la conferma della “vecchia” posizione atlantista di Letta: «Abbiamo votato confermando il supporto al popolo ucraino». Si rivela comprensiva con chi è contrario all’invio delle armi: «Nel nostro gruppo c’è stato chi ha votato diversamente ma non ho visto cambiamenti». Ferrea invece sul no all’aumento delle spese militari. Unico momento di distensione con il governo quando le chiedono di un possibile confronto con la Giorgia Meloni: «Mi sembra normale in una democrazia». Sembrava finita ma poi è giunto l’ultimo scoglio per Elly: il tema dell’abbattimento dell’orsa JJ4. Un assist al bacio per un’animalista militante. E invece persino qui ha scelto di prendere tempo: «C’è una decisione del Tar, non ho letto gli atti, mi devo documentare...».