Cerca
Cerca
+

Salvini, cala la mannaia sugli autovelox-truffa: multe, cosa cambia

 Matteo Salvini

Salvatore Dama
  • a
  • a
  • a

Matteo Salvini vuole togliere gli autovelox. Calmi, solo quelli che vengono utilizzati dai Comuni in modo improprio. Cioè per fare cassa a discapito degli automobilisti-contribuenti. E' il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ad annunciare le sue intenzioni. Lo fa alla Camera, rispondendo a un’interrogazione presentata dal deputato di Forza Italia Andrea Caroppo. Il vice premier ritiene sia necessaria una nuova «regolamentazione sulla collocazione degli autovelox» per evitare «gli usi impropri», specie nei casi in cui essi «vengano usati solo per fare cassa». Tutto ciò senza compromettere «la sicurezza stradale» e avendo cura che le amministrazioni comunali abbiano «bilanci più sani», ma senza «pesare sulle tasche degli automobilisti e degli automobilisti».

Salvini ha avuto un incontro con i ministri Piantedosi e Valditara: «Stiamo lavorando a un pacchetto organico di revisione del codice della strada», che comprende anche «autovelox, photored e simili». Il decreto interministeriale, lo scorso ottobre, è stato esaminato dalla Conferenza Stato-Regioni e «ora i tecnici del ministero delle Infrastrutture e dell’Interno stanno valutando gli adeguamenti alle richieste che arrivano dai Comuni».

 

 

 

EQUILIBRIO

L’azzurro Caroppo si dice soddisfatto della risposta del ministro: «Garantire e promuovere la sicurezza stradale è sacrosanto, così come rispettare i limiti di velocità. In pochi però sanno che l’Italia è il Paese che ha la normativa sulla circolazione stradale più severa dell’Unione Europea e il numero maggiore di autovelox: il doppio della Germania e il triplo della Francia». E' una storia vecchia. Nel 2010 il governo Berlusconi si fece promotore di una legge per regolamentare i velox, demandando l’attuazione a un decreto interministeriale. Che non è mai arrivato. «Finalmente», conclude Caroppo, «con un governo di centrodestra avremo regole chiare».

Uno che si è sempre occupato del tema è Simone Baldelli, ex presidente della Commissione parlamentare per la tutela dei consumatori e autore del libro Piovono Multe. «Bene la risposta di Salvini», twitta Baldelli, «sullo stop all’uso dello strumento più per cassa che per sicurezza da parte di tanti enti locali. Il governo regoli al più presto gli autovelox senza subire veti». Sul tema intervengono anche le associazioni dei consumatori. «Troppo spesso in Italia gli autovelox vengono usati dagli enti locali come bancomat per prelevare denaro ai cittadini». Lo afferma il Codacons, che condivide la posizione di Matteo Salvini. «Solo nel 2021, in base ai dati ufficiali sui proventi delle sanzioni stradali pubblicati dagli enti locali, gli autovelox, nelle principali 21 città italiane, hanno generato incassi per 46,9 milioni di euro», dettaglia il Codacons.

Il record spetta a Milano che, grazie agli strumenti di rilevazione automatica della velocità, ha elevato sanzioni per 12,9 milioni di euro, seguita da Genova (6,2 milioni di euro) e Torino (5 milioni). «Non mancano poi casi paradossali», sottolinea il presidente Carlo Rienzi, «come il Comune di Melpignano in provincia di Lecce che nel 2021, grazie agli autovelox installati sul suo territorio, ha generato incassi per 4.986.830 euro, più di Roma, Firenze e Bologna. O un piccolo comune delle Dolomiti, Colle Santa Lucia (Bl), che ha incassato grazie all’autovelox oltre 552mila euro in un anno, nonostante conti meno di 360 abitanti».

 

 

 

IL VIZIETTO

«Basta con il vizietto di alcuni sindaci di piazzare il semavelox e poi ridurre la durata del giallo sotto i 4 secondi, complice il vuoto normativo che non fissala sua durata minima o piazzare un autovelox e poi ridurre il limite di velocità in modo ingiustificato da 90 a 70 chilometri orari o 50 chilometri orari, tanto per fare cassa», dichiara Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Salvini, che ieri ha sentito al telefono Silvio Berlusconi (saluti e un commento sul Milan), si è occupato anche del Ponte sullo Stretto. Fonti del suo ministero fanno sapere che Bruxelles è pronta a coprire il 50% dei costi per l’aggiornamento degli studi sull’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto. «Dopo 60 annidi chiacchiere la realizzazione del collegamento tra Palermo, Roma e Berlino penso sia un diritto», dice il leader leghista. Poi, incontrando Pat Cox- responsabile europeo del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo ha annunciato l'intenzione di girare in tutta Europa per presentare il progetto, illustrarne i vantaggi e cercare eventuali finanziamenti. 

 

 

 

Dai blog