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Lollobrigida, la vignetta oscena del Fatto. Ignazio La Russa: "Immondizia"

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Tira in mezzo pure la moglie di Francesco Lollobrigida, che poi è la sorella del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Arianna, la vignetta di Natangelo pubblicata sulla prima pagina de Il Fatto quotidiano. Un disegno di pessimo gusto, offensivo che vede la signora Lollobrigida a letto con un uomo di colore. "Obiettivo incentivare la natalità", è il titolo della vignetta. "Intanto, in casa Lollobrigida...", scrive Nantangelo che ritrae Arianna Meloni con l'amante nero: "E tuo marito?", chiede lui. "Tranquillo, sta tutto il giorno fuori a combattere la sostituzione etnica", risponde lei.

Qui la vignetta di Natangelo pubblicata su Il Fatto quotidiano

Siamo oltre la satira. "C’è un limite a tutto, anche all’indecenza", tuona il presidente del Senato Ignazio La Russa in un comunicato. E aggiunge: "Quella pubblicata dal Fatto Quotidiano non è una vignetta divertente, non è satira, è solo spazzatura dalla quale tutti dovrebbero prendere le distanze. Solidarietà sincera ad Arianna e Francesco Lollobrigida".

 

All'interno del giornale diretto da Marco Travaglio, c'è poi un commento di Domenico Gallo che scrive a proposito del ministro dell'Agricoltura e della sua frase sulla sostituzione etnica: "Fascisti su Marte potrebbe essere il titolo adatto alla performance che in questi giorni stanno rappresentando i vertici delle istituzioni per spiegare agli italiani quale sia il core business della loro 'missione' politica" e Lollobrigida "ha ripreso un’espressione ('sostituzione etnica'), in passato già adoperata dalla Meloni, senza rendersi conto che prima di lui era stata adoperata da Adolf Hitler nel Mein Kampf a proposito dei complotti giudaici contro il popolo tedesco". Insomma, si legge, "il cosiddetto decreto Cutro e gli emendamenti peggiorativi che in questo momento sono in discussione al Senato dimostrano che il tema non è il governo dell’immigrazione, ma l’utilizzo del popolo dei migranti per costruire una narrazione seriamente razzista nel nostro Paese e inventare un capro espiatorio contro il quale deviare l’insicurezza diffusa in ampi strati della popolazione. Il tema è l’occasione per rilanciare nel discorso pubblico le parole dell’esclusione, della discriminazione, della contrapposizione etnica".

 

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