Schlein e Landini in piazza, insulti sul governo: "Leggi balorde"
Elly Schlein scende in piazza. La segretaria del Pd si trova alla manifestazione a Roma organizzata da organizzazioni e associazioni contro la conversione del decreto Cutro. La dem si dice pronta "a fare opposizione a queste norme disumane". E ancora: "Sappiamo da che parte non vogliamo stare: non vogliamo stare dalla parte di Lollobrigida, un ministro che parla di sostituzione etnica con un linguaggio da suprematismo bianco. Non vogliamo neppure stare dalla parte di questo governo che si gira dopo la strage di Cutro". E pensare che proprio in queste ore è circolato un video che inchioda gli scafisti. Prima di Cutro questi ultimi hanno obbligato i migranti a girare filmati per "promuovere" questi viaggi.
A farle eco, anche lui tra chi protesta, Maurizio Landini. Il segretario generale della Cgil se la prende con il governo. Il motivo? Le nuove strette. Per Landini "è evidente che non c’è da fare nuove leggi, c’è da cancellare leggi balorde come la Bossi-Fini e c’è la necessità di strutturarsi per fare dell’immigrazione e dell’accoglienza un elemento di crescita del Paese". Il sindacalista critica dunque l'esecutivo che "utilizza tragedie come quella di Cutro per fare leggi che ci portano indietro e che non affrontano assolutamente i problemi dei migranti". Secondo il leader Cgil "è vergognoso che anziché affrontare i problemi del Paese di precarietà, evasione fiscale, di ingiustizia si tenti di costruire una cultura della paura di persone che scappano da Paesi dove c’è la guerra e dove sono sfruttati. Credo non si possa tacere di fronte a questa ingiustizia".
Finita qui? Niente affatto. A suo dire è addirittura "in atto un tentativo studiato di farci discutere di altri problemi che non siano quelli veri, tragici che dobbiamo affrontare, che richiedono riforme precise e che rimettano al centro i bisogni delle persone". Insomma, il disegno di legge Cutro è "pericoloso": "Abbiamo già visto in passato che queste logiche punitive non portano da nessuna parte, anzi fanno arretrare il nostro Paese. Credo - conclude - che ci sia bisogno di non stare né zitti né fermi: è il momento di dire con chiarezza che sono altri i problemi che devono essere affrontati".