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Mara Carfagna? "Mai nominata": retroscena, le parole di Matteo Renzi

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"Matteo Renzi può dire quello che vuole relativamente al suo partito, che si chiama Italia Viva". Risponde così, gelido, Carlo Calenda. Il leader di Azione taglia corto, sottolineando come sul Terzo Polo "non ho altro d'aggiungere". Vale a dire. Renzi può parlare solo di IV, non certo di una coalizione ormai defunta alla vigilia di diventare partito unico. 

 

 



Il riferimento di Calenda è a un retroscena del Corriere della Sera che affidava a Renzi una apertura imprevedibile, anche se ormai di sicuro in questa telenovela "moderata" non c'è più nulla. "Il futuro del Terzo polo? La verità è che i due galli nel pollaio dovrebbero fare un passo indietro", avrebbe confidato ai suoi l'ex premier. Per far proseguire la strada del partito unico, bruscamente interrotta nei giorni scorsi, bisognerebbe dunque che Renzi e Calenda si facessero da parte. Ma qui viene il bello: Calenda era il candidato unico alla segreteria, ha contestato a Renzi di non aver mantenuto la parola essendosi ripreso il comando di IV. Non solo, secondo alcune indiscrezioni avrebbe maldigerito l'intenzione del renziano Luigi Marattin di candidarsi a sua volta a segretario del Terzo Polo, sfidandolo frontalmente. 

 

 



Secondo il Corsera, "voci impazzite dicono che l’ex premier penserebbe a Mara Carfagna come guida del partito liberal-democratico che forse non vedrà mai la luce. Ma in realtà Renzi quel nome non lo ha mai fatto. L’idea del numero uno di Iv, semmai, è quella di lasciare in panchina le due presenze più ingombranti, cioè la sua e quella di Calenda. Per la leadership i nomi possono essere altri: Gelmini, Bonetti o Marattin". Renzi avrebbe fatto professione di fede: "Da qui alle Europee manca un anno, può succedere di tutto e Carlo può cambiare idea per la trentesima volta. Sennò che fa? Va alle elezioni con Bonino?".

 

 

 

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