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Elly Schlein? Torna dalle vacanze ma tace sui guai-Pd

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Fabio Rubini
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Finite le vacanze rigeneranti dopo la cavalcata delle primarie e le fatiche per la composizione della sua segreteria politica, la leader (di minoranza) del Pd Elly Schlein è tornata a menare come un fabbro contro il governo e a tacere sulle grane che hanno coinvolto il Pd in queste settimane. Dalla Toscana, une delle poche zone rosse che le sono rimaste, ha provato a rilanciare la sua idea di Partito democratico: oltranzista, che non vuole fare sconti a nessuno, nemmeno alle componenti interne che- come hanno fatto ieri i supporters di Bonaccini - chiedono un partito più aperto, che «non si rinchiuda in un ghetto identitario», per dirla con le parole usate da Piero Fassino.

L’attacco più forte della Schlein al governo è stato quello sui migranti e sul decreto che dovrebbe dare finalmente una stretta all’accoglienza indiscriminata portata avanti dai governi di Centrosinistra. Elly però la pensa diversamente: «Penso che sia una vergogna cercare di nuovo di far pagare sulla pelle delle persone più fragili l’incapacità di questo governo di costruire delle poltiiche migratorie. Stanno cercando di far tornare i decreti sicurezza di Salvini anche su aspetti come quelli dell’abolizione della protezione umanitaria», annunciando la «ferma contrarietà del Pd» e che «continueremo a batterci affinché le politiche migratorie siano in linea con i diritti internazionali». Infine ribadisce che il suo Pd «è sempre stato favorevole all’accoglienza che si è dimostrata di fare inclusione sociale».

 

SENZA FRENI
Poi, in un crescendo wagneriano, se l’è presa con Meloni e i suoi ministri per una serie di questioni varie. «Ogni giorno l’esecutivo se la prende con un nemico diverso per distogliere gli italiani dai problemi reali. Ma i nostri parlamentari non molleranno di un centimetro...», frase che suona un po’ minacciosa visto che nelle ultime legislature il pallino delle scelte politiche è stato quasi costantemente nelle mani di governi partecipati dal Pd. Ma di cosa parla la Schlein? A vario titolo di un governo che sulle nomine delle partecipate «si è chinato agli interessi delle lobby delle fonti fossili», che sul 25 aprile «vuole riscrivere la storia dell’antifascismo», ma ovviamente «non glielo permetteremo», che con le sue politiche europee «rischia di farci perdere i fondi del Pnrr» e per questo «non permetteremo che le Regioni vengano abbandonate» (dimenticando che sulla partita Pnrr, anche per volere del Pd, le Regioni sono state di fatto tagliate fuori dalla ripartizione dei fondi).

Particolarmente significativa è anche l’intemerata - che come vedremo non è andata a buon fine- sulla sanità e sulle risorse ad essa dedicate nel Def. Schlein spiega ai suoi supporter toscani che «il governo vuol far arretrare la sanità pubblica (a scapito di quella privata, ndr), che noi difenderemo con le barricate», perché «la sanità pubblica, universalisitca è quella che non guarda al portafohlio ma ti cura con la massima qualità che ti può assicurare». Anche in questo caso Schlein promette che «ci mobiliteremo assieme ai sindacati».

A smontare la narrazione e pure le barricate promessedella segretaria Pd, sono intervenuti i diretti interessati, cioè i medici del sindacato Anaao-Assomed, per bocca del loro segretario, Pierino Di Silverio: «Penso che quando si è all’opposizione stranamente tutti vogliono difendere i diritti. Mentre servirebbero meno slogan e una “terapia” urgente per salvare il Servizio sanitario nazionale. La diagnosi l’abbiamo fatta non oggi ma già da un decennio con colpe divise tra tutti ora è il momento di intervenire». E ancora: «Il vero problema sono i medici e i pazienti che arrancano. Ritengo che l’unico modo per salvare la sanità pubblica è non trattarla ideologicamente, ma sedersi ad un tavolo insieme al di là delle appartenenze politiche e capire dove e come investire».

LA FRONDA SI ORGANIZZA
Nel fiume di parole dette ieri dalla Schlein, però, sono mancate quelle relative alle partite aperte che riguardano direttamente il Pd. Per un giorno in più la segretaria non ha proferito verbo sulla violenza sessuale avvenuta durante la Festa dell’Unità di Bologna. Così come ha taciuto sulla questione del termovalorizzatore di Roma, che il suo sindaco Gualtieri vorrebbe fare, ma del quale la parte più vicina a Elly, quella che strizza l’occhio ai grillini, non vuol proprio sentir parlare. Questo profilo “fumoso” inizia ad andare stretto alla componente del partito che aveva appoggiato Stefano Bonaccini - e che, ricordiamolo, è maggioranza tra gli iscritti che ieri si è riunita a Torino e che con Piero Fassino ha chiesto a gran voce alla segretaria «un salto di qualità: un Pd che non si rinchiuda in un ghetto identitario; che rilanci il progetto di una grande forza riformista; capace di parlare al Paese intero». Ovvero tutto il contrario di quello che la Schlein sta facendo...

 

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