Artem Uss, Sallusti: la menzogna contro Giorgia Meloni
Allora, vediamo come ha funzionato l’informazione questa settimana. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela - la ragazza romana figlia di un dipendente del Vaticano sparita nel nulla nel giugno del 1983- va da Giovanni Floris a diMartedì su La7 e parla di Papa Wojtyla: «Mi dicono che ogni tanto la sera usciva con due monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case...», lasciando intendere che il pontefice avesse una doppia vita nella quale avrebbe incrociato anche Emanuela. Prove? Nessuna. Indizi? Nessuno, solo “voci raccolte da fonti anonime”.
Bene, poi c’è Massimo Giletti che perde posto e programma - Non è l’Arena sempre su La7- dopo essere finito in un gioco più grande di lui, tra mafiosi, ricattatori e faccendieri, inseguendo una presunta foto - che ovviamente non esiste - di Silvio Berlusconi a colloquio con il boss Giuseppe Graviano.
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E infine, meno grave ma comunque inquietante, si sta cercando di dare la colpa al governo del fatto che quei polli dei magistrati milanesi si siano fatti scappare da sotto gli occhi una importante spia russa, Artem Uss, dimenticandola ai domiciliari senza alcuna sorveglianza come se fosse un banale ladro d’auto. Un Papa che va a donne per Roma, un capo mafia che beve l’aperitivo con Berlusconi, una spia russa che evade mentre siamo praticamente in guerra con Mosca e la colpa è del premier: neppure la fantasia di Ian Fleming, autore della saga di 007 James Bond, sarebbe arrivata a tanto.
Ma quanto è tosta l’informazione italiana? Certo, la faccia è tosta, è il resto, soprattutto gli attributi, che è frollo, perché ognuna di queste notizie è una emerita bufala utile solo a ingrossare l’ego narcisistico, e forse un po’ il portafoglio, di chi le costruisce e diffonde.
Poi questa settimana, per la verità, c’è stata una quarta bufala, la rissa a piatti in faccia tra Calenda e Renzi. Ah no, questa è vera. La bufala è stato far credere agli italiani, intendo gli italiani oltre a Letizia Moratti, che due così tipo il Gatto e la Volpe della fiaba di Collodi potessero scalare il Paese con qualche probabilità di successo. In merito c’è una rassegna stampa sterminata perché quando una cosa è surreale be’, l’informazione italiana ci si butta a pesce che tanto domani è un nuovo giorno, altro giro e altro regalo proprio come nei Luna Park.
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