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Crosetto, "cosa può diventare questa maggioranza"

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"È proprio questa maggioranza tutta intera che potrebbe diventare un grande partito conservatore". La proposta deflagrante è di Guido Crosetto, ministro della Difesa e tra i fondatori di Fratelli d'Italia, che rilancia con forza il tema del partito unico, ovviamente a trazione Giorgia Meloni.

Intervistato dal Corriere della Sera, a Crosetto ricordano come stando a un sondaggio sia proprio lui il ministro più apprezzato. Che possa diventare dunque un leader di centro capace di intercettare i voti di Forza Italia e del Terzo Polo ormai disintegrato? "No - replica secco -, io la sola cosa a cui penso di più ogni giorno è tornare ad avere una vita e fare il marito e il padre, quando avrò finito di servire il mio Paese da ministro. Peraltro io un partito l'ho già fondato assieme alla Meloni e sta diventando il grande partito conservatore che avevamo in mente. Non c'è bisogno di un nuovo centro. Fratelli d'Italia deve occupare, dimostrandosi sempre più aperto e inclusivo, anche il centro".

 

 

 

A Silvio Berlusconi, ancora ricoverato al San Raffaele, "auguro di riprendere presto le forze e tornare a essere il leone che è. Inoltre, come gli ho fatto sapere attraverso Marta Fascina, intendo riscuotere il suo ultimo invito a pranzo. Forza Italia è Berlusconi. E in Italia ci sono molte più persone che gli vogliono bene di quelle che gli vogliono male".

Voci insistenti danno Crosetto come candidato alle prossime elezioni europee nel 2024: "Ogni giorno ne leggo una diversa. Qualcuno avrà pensato che Meloni prima o poi dovrà trovare dei capolista al Nord, ma io non ho più l'età e l'energia per fare campagne elettorali". Escluse tensioni nella maggioranza: "L'asse è tra FdI, Lega e FI. Con Salvini ho un rapporto straordinario, umano e politico. La collaborazione tra Difesa e Mit non è mai stata così positiva". Qualcuno ha visto nelle nomine dell'Enel e nell'esclusione del manager Donnarumma, uno "schiaffo" di Salvini, Tajani e Gianni Letta alla premier, ma Crosetto mette in chiaro: "Giorgia non ha vissuto la partita delle nomine per vincere, ma con la convinzione di dover fare la migliore scelta possibile, perché negli anni sarà giudicata sui presidenti e gli ad nominati e sui risultati di quelle aziende".

 

 

 

All'indomani la Borsa ha bocciato Enel e Terna. "Guardando società per società, mi pare che le scelte siano inattaccabili - dice -. Prendiamo Leonardo, l'azienda su cui secondo alcuni Meloni e io avremmo litigato". Crosetto sosteneva la nomina di Lorenzo Mariani ma, precisa, "ero al corrente da mesi della sua idea di nominare Cingolani ad. Ho da tempo stima di lui, ma non ho mai nascosto che pensavo a una sua maggiore attitudine per altre importanti società e a un'altra persona come ad".


 

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