Elly Schlein distrutta da Bertinotti: "Sanremo e Usa", chi è davvero
Non lo convince per nulla Elly Schlein. Da storico leader di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti lo dice chiaramente: "Dopo la grande sconfitta bisognerebbe pensare a due sinistre, proprio come nella tradizione del grande movimento operaio europeo: una sinistra riformista e una rivoluzionaria. Io lavorerei a una sinistra più simile a quella di Mélenchon, mentre la Schlein guarda legittimamente alla sinistra liberal americana sia sul terreno dei diritti sia su una linea di conciliazione tra capitale e lavoro. Una forza politica anti-capitalistica, invece, ancora non esiste ed è un capitolo a parte che non è né contiguo né assimilabile alle altre sinistre". E ancora, analizza Bertinotti: "Il successo della Schlein è più significativo per le domande che poneva che per le risposte. È un qualcosa che si è manifestato con i movimenti giovanili, con il Festival di Sanremo o con Mare Fuori".
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Sui temi sui quali si dovrà ritrovare la sinistra, continua Bertinotti in una intervista a Il GIornale, "penso che il centrosinistra sia finito e che non sia stata la risposta alla crisi italiana, ma bensì sia stata proprio la sua crisi. Nel centrosinistra sono stati incorporati tutti gli elementi che ne hanno prodotto la crisi: il primato delle alleanze sui contenuti, un'idea politicista del conflitto tra destra e sinistra, l'adesione alla centralità del governo e la trasformazione della lotta politica in una competizione elettorale fatta per vincere, la mancata scelta di connessione con i grandi movimenti come quello No Global e il progressivo abbandono della lotta di classe". Insomma, prosegue, "il centrosinistra non è, per le forze d’opposizione, la terra del ritorno. L’opposizione a un governo di destra-destra va ricostruita su un terreno molto più radicale. Penso che vi sia una scarsità più che un eccesso di opposizione".
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Infine, per quanto riguarda il populismo, conclude Bertinotti, si tratta dello "scontro tra il basso e l'alto, tra il popolo e le élite. Anche il Movimento 5 Stelle ha smesso di considerare una priorità questa dialettica di contrasto. Francamente, in Italia, non vi è traccia di un conflitto sociale come quello che si è visto in Francia con le proteste contro la riforma delle pensioni".