Elly Schlein non risponde alle cento femministe, tensione nel Pd
Elly Schlein non risponde al “richiamo” delle femministe. Che la neosegretaria del Pd sia poco avvezza o disponibile a replicare alle domande dei cronisti è ormai un dato assodato. Non ci si aspettava, però, il silenzio imbarazzato a una lettera aperta ben formulata e che più “di sinistra” non si poteva come quella delle cento femministe: coloro che hanno chiesto un incontro con Elly per discutere criticamente di utero in affitto con l’obiettivo – oltretutto – «di non lasciare questo tema alla destra». Niente da fare: bocca cucita da parte della leader dem.
Idem per i suoi stretti collaboratori. Il motivo è chiaro, come abbiamo sottolineato su Libero: le attiviste – rappresentate da Arcilesbica, dall’Udi e da altre associazioni per l’identità delle donne – hanno messo il dito nella piaga riguardo alla controversa posizione che espone tantissimo la Schlein anche nello stesso fronte progressista. Se la segretaria si è dichiarata favorevole alla maternità surrogata, per tante femministe italiane e non il racconto della gpa come fantomatico «atto di solidarietà» nasconde la realtà: quella «di un mercato dannoso e degradante» fatto sul corpo delle donne. Sotto accusa pure il tentativo di Beppe Sala e subito cavalcato da Elly, di utilizzare la trascrizione automatica dei bambini, richiesta dalle coppie omosessuali, come diritto scorporato dal «mercato» dell’utero in affitto: questo «racconto di discriminazione dei bambini», continua l’attacco delle femministe, serve a nient’altro che ad «abituare la società ad accettare la surrogazione». Un falso problema, oltretutto, dato che – come ha ribadito la Corte Costituzionale – anche i bambini nati dalla gpa sono tutelati (grazie all’adozione speciale). Di ciò Arcilesbica e socie hanno chiesto di parlare con la neoleader del Nazareno: di disincentivare il ricorso all’utero in affitto insistendo invece su un percorso normativo per l’adozione «in tempi ragionevoli» per etero, omosessuali e single.
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SPONDE INTERNE - Da Elly però nessuna risposta. A prendere parola ci ha pensato l’ala di minoranza che si riconosce in Stefano Bonaccini: colui che guarda caso, nella stessa intervista della Schlein, si era schierato contro la maternità surrogata. Posizione tutt’altro che isolata fra i dem: dato che non solo fra i cattolici ma anche fra i riformisti i dubbi sulla radicalità libertaria della segretaria abbondano.
«Condivido ogni parola della lettera-appello delle 100 femministe», ha affermato la “bonacciniana” Valeria Valente, convinta che «sul tema della gestazione per altri» sia «urgente e doveroso un confronto dentro il Pd e con la segretaria».
Per la senatrice il punto politico è dato sia dal merito che dal metodo richiamato dalla lettera: «Nel merito, condivido la posizione delle femministe sulla gpa». Nel metodo «questa è una grande occasione per andare oltre testi di legge preconfezionati rispetto al dibattito».
Un modo per evitare sia «di rimanere ingabbiati nelle dinamiche che ci hanno fatto perdere radicamento e consenso con messaggiambigui», sia l'eccesso opposto «delle decisioni solitarie e irrispettose del pluralismo». Insomma: una stoccata netta al “nuovo corso” del Pd che per iniziare bene «dovrebbe partire anche e soprattutto» dall’aprire le porte a tali richieste.
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Sul tema dell’utero in affitto e dei silenzi della Schlein è intervenuta – da destra – Carolina Varchi: la deputata di FdI prima firmataria della pdl sulla maternità surrogata come reato universale. «La nostra proposta di legge», spiega a Libero, «non riguarda i bambini, i quali godono e godranno sempre di tutte le tutele del nostro ordinamento». La norma è indirizzata sul vero oggetto della contesa: «La tutela della libertà delle donne, del corpo della donna, della sacralità della vita. Dobbiamo evitare in tutti i modi che diventino oggetto di mercimonio». Una tesi condivisa anche da tanti militanti di sinistra e dalle associazioni femministe: «Tutti siamo d’accordo che l’utero in affitto rappresenti una pratica inaccettabile: se è così allora affrontiamo concretamente questo problema, non divaghiamo spostando l’attenzione sui bambini il cui preminente interesse è il faro che ci orienta. Rendiamo subito questa pratica aberrante reato universale».