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La Russa, deliri sinistri: attaccato pure per un corteo di 50 anni fa

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Enrico Paoli
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Rimestare nel passato, con l’evidente obiettivo d’inquinare il dibatitto politico attuale, è sempre stato un esercizio assai discutibile, per non dire fastidioso. Ma il sistematico ricorso al Var della storia, con riletture ad hoc di verità giudiziarie conclamate, per incollarvi interpretazioni strumentali, è qualcosa di più. Se non di peggio. Perché andare a ripescare i tragici fatti di Milano del 12 aprile del 1973, con tanto di ricorso ai titoli dei giornali di quei giorni, solo per accusare i fratelli La Russa, Ignazio e Romano (presidente del Senato e assessore regionale) di essere stati in piazza quel giorno, adombrando quindi chissà che cosa, è pura mistificazione.

 


Il 12 aprile del 1973 è stato battezzato come il «giovedì nero di Milano» (almeno questo è il nome dato dalla stampa a una serie di atti criminosi compiuti quel giorno). Durante una manifestazione della destra, che dopo essere stata autorizzata all’ultimo fu poi vietata dalla Questura, morì un poliziotto, Antonio Marino, colpito da una bomba lanciata da alcuni manifestanti. Per quei fatti c’è una verità giudiziaria e una sentenza, dalla quale sono fuori Ignazio e Romano La Russa. Pur di attacarli, però, si riesumano titoli e foto, creando un cortocircuito mediatico, buono per alimentare l’odio, in vista del 25 aprile.

 

 

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