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Calenda, "non si fa niente, Renzi si tiene i soldi"

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Un grottesco gioco a "specchio riflesso" tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. Risultato: il Terzo Polo, mai veramente sbocciato, sta implodendo in uno dei più clamorosi casi di eutanasia politica della recente storia italiana. E tutto alla luce del sole, tra tweet impazziti fin dall'alba e interviste in tv. "Il partito unico non lo riusciremo a fare, perché non lo vuole fare", risponde Calenda, leader di Azione, a Enrico Lucci, inviato di Striscia la notizia che lo ha intercettato questa mattina chiedendogli aggiornamenti sull'accordo con l'ex premier. "Perché Renzi on vuole farlo?", chiede il giornalista. "Perché vuole tenersi soldi e partito di Italia Viva e non si può far nascere, da due partiti, tre partiti: diventa ridicolo". "Non so se oggi ci sarà una nuova riunione - aggiunge Calenda -, ma lui non viene alle riunioni. Non ci ho parlato, perché lui parla solo con Obama e Clinton". 

 

 

 

Battuta sarcastica che segue al fitto scambio di accuse della mattinata, dopo la riunione notturna tra i due alleati finita letteralmente "a pesci in faccia". Un retroscena della Stampa riportava una frase rubata di Renzi su Calenda: "E' pazzo, ha preso le pilloline sbagliate". Frase smentita da Italia Viva, ma intanto Calenda aveva già replicato su Twitter accusando IV di aver tentato di fregarlo, "ma questa volta lo 'stai sereno' non ha funzionato". Renzi e i suoi hanno ricacciato la palla nell'altro campo, chiedendo a Calenda di approvare il documento sulla nascita del partito unico. Proposta caduta nel vuoto, perché la casa sta già abbondantemente bruciando.

 

 

 

"Lo stop - precisa una ulteriore nota di Azione - deriva dalla scelta di Italia viva di non votare un documento ieri che avevano dichiarato essere già letto e condiviso. Dietro tutto questo c'è solo un fatto: Renzi tornato alla guida di Italia Viva da pochi mesi non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito. Scelta legittima, ma contrastante con le promesse fatte agli elettori. Dopo mesi di tira e molla ne abbiamo semplicemente preso atto. In un clima volutamente avvelenato da insulti personali da parte di Renzi e di quasi tutti gli esponenti di Italia viva a Carlo Calenda." Dal canto loro, quelli di Italia Viva fanno sapere che "interrompere il percorso verso il partito unico è una scelta unilaterale di Carlo Calenda. Pensiamo che sia un clamoroso autogol ma rispettiamo le decisioni di Azione". "Gli argomenti utilizzati appaiono alibi. Italia Viva è pronta a sciogliersi come Azione il 30 ottobre, dopo un congresso libero e democratico. Sulle risorse Italia Viva ha trasferito fino a oggi quasi un milione e mezzo di euro al team pubblicitario di Calenda ed è pronta a concorrere per la metà delle spese necessarie alla fase congressuale e a trasferire le risorse dal momento della nascita del partito unico. Leopolda, Riformista, retroscena, veline, presunti conflitti di interesse sono solo tentativi di alimentare una polemica cui non daremo seguito. La costruzione di una proposta alternativa a populisti e sovranisti è da oggi più difficile ma più urgente. Nei prossimi mesi noi rispetteremo gli amici di Azione cercando ogni forma di collaborazione senza rispondere alle polemiche di alcuni dei loro dirigenti".

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