Vannia Gava smaschera la sinistra: "L'ambientalismo un suo rifugio"
La transizione ecologica deve seguire la formula della gradualità e della tecnologia, deve avere un volto anche sociale, vale a dire servizi, benessere, qualità della vita. Anche il progetto del Ponte sullo Stretto ha un valore ecologico: significa rammagliare il Paese, unirlo, rafforzarlo e velocizzarlo, creando finalmente infrastrutture e alta velocità anche al Sud. Solo così si possono promuovere lo sviluppo e la crescita».
Uno dei temi del momento è l’utilizzo dei fondi del PNRR: la pensa come Molinari, non usarli tutti piuttosto che sprecarli, o come la Meloni, spenderli comunque tutti?
«La penso come Vannia Gava: spendere tutto e spendere bene. Bisogna essere consapevoli dell’enormità del Piano, non accorgersene solo ora come fa la sinistra al solo scopo di attaccare il governo. Si può rinegoziare e sistemare molto come stanno facendo altri Paesi. Nell’ambito della mia delega, l’economia circolare, ad esempio, il Piano procede regolarmente, anzi: i due miliardi previsti potrebbero non bastare a fronte dei tanti progetti messi in campo».
Quali sono gli investimenti più importanti del PNRR che riguardano il suo dicastero?
«Energia rinnovabile, idrogeno, economia circolare ma anche biodiversità e natura, su cui sono sorte polemiche infondate».
Che tempi è logico darsi per la transizione green senza prendere decisioni autolesionistiche?
«Possiamo arrivare alla decarbonizzazione al 2050 se non siamo ideologici e manichei, come ad esempio sul nucleare. E puntiamo sulla vera neutralità tecnologica».
A volte sembra che i Verdi e la sinistra italiana concepiscano la difesa dell’ambiente più che come uno sviluppo ecosostenibile, come un ritorno all’età della pietra: concorda?
«A volte sembra che ideologie sconfitte dalla storia pensino che l’ambientalismo serva a vendicarsi della libertà e del capitalismo». Il viceministro della Lega all’Ambiente e alla Sicurezza Ecologica è arrivata oggi in Giappone per una missione sul clima. Obiettivo: rafforzare la collaborazione e la cooperazione internazionale per centrare gli obiettivi globali. Prima, però, è in programma una serie di visi te a impianti di ultima generazione per verificare da vicino le nuove tecnologie e il loro impatto sul territorio. Friulana di Sacile, alla seconda legislatura come deputata, Vannia Gava è alla sua terza esperienza di governo, avendo partecipato sia al Conte 1 che all’esecutivo di Draghi, sempre nel medesimo dicaste ro. È a lei che il Carroccio ha affidato uno dei dossier più delicati sul tavolo. Ha ben chiaro l’emergenza ambientale, ma è molto perplessa sulle risposte che l’Unione Europea e i vertici internazionali, le cosiddette Copi sul clima, stanno dando al problema.
Viceministro, l’Europa si sta suicidando con il divieto ai motori a benzina e le norme sulle case green?
«Quello che manca alle politiche della Commissione europea è la capacità di comprendere il valore della gradualità che deve caratterizzare queste innovazioni».
È possibile che il divieto alle auto a benzina salti, visto che saremmo in grado di produrre vetture a combustione che emettano sempre meno emissioni?
«È un negoziato lungo e molto difficile. Di certo lotteremo a difesa della nostra economia, del nostro Paese ma, più in generale, del buonsenso. Lo stiamo già facendo».
Ci sono stati 27 vertici sul clima e non è stato deciso mai nulla: perché l’Europa, che produce l’8% delle emissioni mondiali, dev’essere la sola che si pone delle regole?
«Personalmente penso che la formula delle COP sia ormai stanca e improduttiva. Serve una nuova governance che ponga a tutti i Paesi un reale vincolo di coerenza tra il predicare e il razzolare. Senza chiarezza e coerenza le COP rischiano di essere solo un grande circo».
Ma il riscaldamento del pianeta c’entra con la siccità, perché non è che dove fa più caldo nel mondo piove di meno?
«C’è un cambiamento climatico in atto. Quanto sia colpa dell’uomo e quanto ciclico è tema di dibattito proprio della Scienza. Intanto dobbiamo lavorare per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Mentre per la siccità abbiamo varato una Cabina di regia per migliorare anche il sistema di gestione idrica».
È possibile una desalinizzazione delle acque marine, come sembra prevedere il governatore Zaia?
«Esistono tecnologie importanti. Stiamo cercando di finanziarle».
Lei è molto vicina al segretario: c’è stata una trasformazione del Salvini al governo con Draghi e del Salvini vicepremier nel governo di centrodestra?
«È chiaro che da vicepremier e ministro incide direttamente. Ricordo che, nella stessa veste, nel Conte 1 riuscì a raddoppiare i voti in un anno. Salvini sta lavorando molto bene. Il ministero delle Infrastrutture è strategico per un Paese come il nostro, con un gap incredibile. In pochissimi mesi stiamo sbloccando opere necessarie e ne progettiamo di nuove ed importanti. Non rinunciamo alle nostre battaglie».
Il controsorpasso operato in Friuli Venzia Giulia su Fdi in sei mesi significa che il Nord è tornato feudo leghista?
«Non ci sono feudi ma una lunga tradizione politica fatta di impegno e sacrifici. Certamente si tratta di un segnale positivo, ma ricordiamo anche l’ottimo risultato della Lega nel Lazio».