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Migranti, "poteri speciali" e sei mesi di fuoco: la mossa di Piantedosi

 Piantedosi

Alessandro Gonzato
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Gli ultimi 3mila sbarchi irregolari in soli 5 giorni, con il picco di 1.389 il venerdì Santo - gli arrivi sono 31.292 dall’inizio dell’anno contro i 7.928 dello stesso periodo 2022 - hanno spinto il governo a dichiarare lo stato d’emergenza nazionale. A questi ritmi, del resto, riferiscono dal Viminale, i migranti potrebbero essere oltre 300mila a fine anno, e già oggi che l’Italia si occupa di 115mila richiedenti asilo - un’enormità - il sistema è saturo. La decisione sullo stato d’emergenza, anticipata martedì da Libero in apertura di giornale è stata presa da Palazzo Chigi ieri pomeriggio nel corso del Consiglio dei ministri in cui è stato approvato anche il Def, il documento di economia e finanza. Lo Stato d’emergenza, che al momento durerà 6 mesi, fino al termine della probabile ondata estiva, è stato finanziato con 5 milioni previsti dal Fondo nazionale e consente risposte più rapide nella gestione dei migranti. Permette di semplificare le procedure d’accoglienza ma anche quelle di espulsione degli stranieri che non hanno diritto a restare nei centri. Vengono rafforzate le strutture di finalizzate al rimpatrio. Lo stato emergenziale fa sì inoltre che ora vengano coinvolte direttamente sia la Protezione Civile che la Croce Rossa.

 

 


ECCO VALENTI
«Abbiamo decretato lo stato d’emergenza per dare risposte più efficaci e tempestive alla gestione dei flussi», ha detto Giorgia Meloni. Il commissario designato è il prefetto Valerio Valenti, attualmente a capo del dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno. Trapanese, 65 anni, Valente è stato prima prefetto di Brescia e poi di Firenze. Lo stato d’emergenza, hanno sottolineato da Palazzo Chigi, è stato necessario «a causa del numero di sbarchi largamente superiore rispetto al passato, e il governo ha risposto prontamente». A determinarlo anche l’ormai cronico sovrafollamento dell’hotspot di Lampedusa.

 


In contemporanea continua il lavoro per arrivare a una strategia comune sull’immigrazione. Il commissario, riferiscono sempre dal Viminale, avrà pure il potere di assegnare con più rapidità ai privati i trasporti dei migranti dai porti d’arrivo ai centri d’accoglienza. L’obiettivo del premier, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del collega agli Esteri Antonio Tajani è anche di portare al Consiglio Ue sui migranti di giugno i primi risultati concreti di una strategia obbligata finché Bruxelles non affronterà con decisione la questione migratoria. Era stato Nello Musumeci, ex governatore siciliano e ministro perla Protezione civile e le Politiche del mare uno dei primi a puntare sul provvedimento emergenziale: «Abbiamo aderito convintamente all’iniziativa di Piantedosi, alla luce della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300% degli arrivi». Questo mentre la nave Ong tedesca Sea Watch ha scritto su Twitter che «un nuovo peschereccio con circa 400 persone è stato avvisato in acque Sar maltesi dall’equipaggio di Seabird2». È atteso all’alba di oggi poi un altro barcone con 700 migranti. In arrivo altri due ancora con 500 a testa. È intervenuto pure il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto: «L’Italia sta fronteggiando da sola un’emergenza gravissima». Sul “decreto Cutro” la commissione Affari costituzionali del Senato torna a riunirsi oggi. Il governo lavora all’accoglienza ma anche al contrasto di scafisti e di quelle Ong ormai diventate taxi del mare.


Il Pd però protesta, sostiene che il “decreto Cutro” è stato superato dallo stato d’emergenza: «Oggi c'è un abuso della decretazione d’urgenza, è da tutti riconosciuto, che il decreto legge venga usato in condizioni al di là di quanto previsto dalla costituzione è pacifico», afferma il senatore Andrea Giorgis. Per il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia, «l’emergenza è economica, non è quella dei migranti». Entrambe le ha provocate il Pd se non in toto in buona parte. Durissimo Giuseppe Conte: «Meloni ricorre allo stato d’emergenza perché incapace di gestire gli sbarchi, che sono quadruplicati. Quando era all'opposizione, con l’Italia in ginocchio per il Covid, si stracciava le vesti contro la proroga dello stato di emergenza, dandomi del “pazzo irresponsabile” e accusandomi di “deriva liberticida” (...). Una, nessuna e centomila Giorgia Meloni». Le opposizioni stanno nuovamente incendiando il clima. 

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