Marattin è la causa della morte del Terzo Polo: "Vuole candidarsi, e Calenda..."
Salvo colpi di scena, il partito unico del terzo polo non si farà. Il progetto è naufragato prima ancora di partire perché, a quanto pare, Carlo Calenda e Matteo Renzi non riescono proprio a stare insieme. Nelle ultime ore il botta e risposta tra Azione e Italia Viva sta diventando sempre più acceso: i motivi di nervosismo sono numerosi, da una parte e dall’altra. Secondo i renziani il vero problema di Calenda è che qualcuno vuole candidarsi contro di lui.
In questo senso si fa il nome di Luigi Marattin, che potrebbe essere un avversario pericoloso per il leader di Azione nella corsa alla segreteria del partito unico. “Penso che dovremmo avere un po’ di rispetto anche nei confronti dei nostri iscritti e militanti - ha dichiarato Marattin - che in questi giorni stanno partendo con le campagne elettorali per le amministrative del mese prossimo. Sono persone che fanno politica rimettendoci tempo e spesso denaro, e quasi sempre senza nulla in cambio. Lo fanno perché credono all’idea di un partito nuovo. Avere queste polemiche inutili ogni due settimane sui giornali, oltre a non avere alcun senso, è anche una mancanza di rispetto verso di loro. A loro - ha chiosato Marattin - però promettiamo che il progetto andrà avanti, con chi ci sta davvero”.
Dal quartier generale di Azione hanno invece fatto trapelare la voce secondo cui il vero nodo del partito unico è legato a Matteo Renzi, che non vuole sciogliere Italia Viva e non vuole destinare il 2x1000 al nuovo partito. Al momento la frattura sembra difficile, se non impossibile da ricomporre. “I due si devono vedere. Seppellire l’ascia di guerra o, più verosimilmente, prendere atto che è finita”, è la sintesi di chi sta seguendo la vicenda da vicino.