Pd, che imbarazzo, ci invitava a prendere le parti dei palestinesi
Il nuovo Pd di Elly Schlein ha, tra gli altri, un problema di vocabolario. In particolare, ci sono due sintagmi che la nouvelle vague democratica non riesce proprio ad assimilare: “islam” e “terrorismo islamico”. Si tratta di veri e propri tabù della neolingua politicamente corretta, che diventano sfregi di fronte al cadavere di Alessandro Parini, 35 anni falciati a folle velocità nella notte di Tel Aviv. «Uccideteli ovunque li incontriate!», recita la Sura 2; 191 del Corano. L’attentatore arabo ha incontrato Alessandro sul lungomare, e ha applicato alla lettera il libro sacro.
Non a caso la Jihad islamica, congrega di tagliagole finanziata dai tagliagole in capo di Teheran, ha subito rivendicato l’attentato. E ieri nelle strade di Gaza, come ha documentato tra gli altri su Twitter l’ex portavoce di Netanyahu Ofir Gendelman, si festeggiava la morte di Alessandro, con miliziani ridanciani che distribuivano cibo ai bambini. Perché devono impararlo da subito, che la vita di un infedele è un’escrescenza da estirpare in nome di Allah.
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MORTO AL FRONTE - Allora, è evidente che Alessandro è un morto al fronte, per quanto da civile. Anzi, proprio in quanto civile, perché questo è il ricatto asimmetrico che c’impone la guerra che ci è stata dichiarata dall’islam fondamentalista, quella guerra che secondo Oriana Fallaci non potevamo negare, potevamo solo combattere o omettere, rimuovere dalla coscienza collettiva.
Ed è quello che ancora una volta sceglie di fare la gauche italica. Comunicato di Elly, la segretaria che manda in estasi la Ztl radical: «Condanniamo con forza il vile attentato ed esprimiamo profondo cordoglio per l’uccisione di Alessandro Parini». Sull’identità dell’uccisore nulla, sui motivi per cui ha ucciso ancora meno. Sono dettagli disturbanti per la narrazione correttista e petalosa che è la vera ideologia della sinistra 5.0, l’unica che renda possibile che Elly sia segretario di qualcosa, addirittura del partito. E infatti la segreteria dem appena nominata tra squilli di fanfara buonisti si allinea subito: o tace, o parla senza dire, come Elly. Peppe Provenzano, responsabile degli Esteri: «Esprimo a nome del Pd la ferma condanna per l’attentato di Tel Aviv e la nostra vicinanza alle vittime e ai loro familiari».
Nonostante la carica gli imporrebbe un minimo sindacale di profondità argomentativa, reputa evidentemente irrilevante la matrice islamica, e una non-notizia la rivendicazione da parte dei bombaroli maomettani.
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Tace Sandrone Ruotolo, il braccio sinistro di Santoro, che in teoria ha la delega all’Informazione, in questo caso delega all’Occultamento. Tace il prezzemolino Marco Furfaro, sempre reattivo a condannare le “violenze della polizia israeliana” (leggi la bizzarra ossessione di non affrontare i terroristi con mazzi di rose). Tace l’icona Lgbt Alessandro Zan, che pure dovrebbe essere sensibile a quel che accade da quelle parti, visto che i galantuomini di Hamas e della Jihad Islamica coltivano la simpatica abitudine di scaraventare gli omosessuali dai tetti dei palazzi. Nulla di grave, rispetto alle intemperanze verbali (o presunte tali) del nostro presidente del Senato.
PAROLE PROIBITE - Incredibilmente, riesce a pronunciare le parole proibite (e gliene va dato atto) Laura Boldrini: «Ferma condanna per l’azione terroristica rivendicata dalla Jihad islamica». Peccato che pochi giorni fa sproloquiasse contro le «brutali provocazioni della polizia israeliana a Gerusalemme nella moschea di Al Aqsa, luogo sacro per l’islam», invitando il nostro governo a censurarle. Traduzione delle “brutali provocazioni”: un gruppo di esagitati palestinesi si era barricato nella moschea agitando mazze, pietre, sbarre di ferro, e l’intervento si è reso necessario nell’interesse stesso di chi era lì a pregare. Quindi madame Boldrini nomina l’assassino di Alessandro, l’islam radicale, ma vuole combattere chi lo combatte. Lasciamo al lettore la conclusione di questo teorema sghembo, e più in generale la risposta alla domanda su quale sia la metacampo della sinistra dentro lo scontro di civiltà. ©