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Festa dell'Unità, "stupro tra le risate": Pd muto sull'orrore

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Una ragazzina è stata stuprata dal branco alla Festa dell’Unità di Bologna. Si erano appena spente le note di “Bella ciao” cantata dai volontari all’Osteria partigiana, i giochi con tre icone Lgbt per eleggerne la regina, gli echi dei dibattiti dedicati al bello dell’inclusione e dell’integrazione, dell’immigrazione, dei diritti civili compresi quelli delle donne nella città Metropolitana di Bologna, con il sindaco Lepore intervistato dai direttori di quotidiani. Tutto questo quando, poco più in là, nell’area delle giostre del Parco Nord preso a prestito dal Pd per allargare la festa a concerti anche a base di “rock demenziale”, una quindicenne bolognese veniva violentata da un gruppo di coetanei di origine africana. L’orrore è andato in onda nella notte tra il 17 e 18 settembre scorsi a Bologna, ma la notizia è trapelata solo l’altro ieri, quando, a distanza di sei mesi, il gip della Procura di Bologna ha emesso un ordine di divieto di avvicinamento all’unico maggiorenne coinvolto nella violenza sessuale di gruppo. Un provvedimento che fino ad oggi è rimasto carta straccia: sì, perché il destinatario nel frattempo ha pensato bene di cambiare aria e se ne è andato a vivere in un Paese europeo. Altri cinque minori, tutti con cognomi africani ma di seconda generazione, tra cui una ragazzina, sono accusati del medesimo reato.

IL VIDEO
Un amico del maggiorenne avrebbe anch’egli partecipato allo stupro e filmato poi la scena, mentre gli altri minori assistevano e incitavano alla violenza sessuale. Per questo motivo il caso ora coinvolge due Procure, quella ordinaria e quella dei Minori di Bologna. Tutto è accaduto sabato, alla penultima serata in programma alla festa dell’Unità al Parco Nord. È lì che la ragazzina, che si trovava in compagnia di un amico e un’amica, ha incontrato il gruppo. Non erano amici, ma neppure sconosciuti. Si conoscevano appena. Lei, una adolescente fragile, si fida. In una sala poco distante si presenta il libro “La partigiana in tailleur”. C’è folla, tra stand e ristoranti ad ogni angolo. Passano le ore, la folla si dirada e il gruppo finisce in una zona dove in quel momento non c’è quasi nessuno, a ridosso del parco giochi. La situazione degenera. Il branco inizia a schernirla, a tirarle addosso tappi di bottiglia. I due amici bolognesi, impauriti, si allontanano restando comunque in zona, seppur a debita distanza dalla ragazzina presa di mira. Ed è li che succede il peggio. «Dai, facci vedere se sei capace di... secondo noi non sai fare...». Parte la sfida, che altro non è che un avvio dello stupro. La 15enne viene strattonata per un braccio e costretta così a compiere atti sessuali con uno dei giovani del gruppo, amico del maggiorenne, mentre gli altri incitano. Tutto ripreso col cellulare. Le risate fanno da sottofondo alle grida della malcapitata. Poi restano solo lo stordimento, la vergogna e il dolore. All’indomani la ragazzina ha trovato il coraggio di tornare lì, dove l’orrore si è consumato.

LE INDAGINI
Era l’ultima notte del festival, in programma c’era la chiusura col botto: ospiti Casini e Cuperlo a confronto per la sfida elettorale del 25 settembre e fuochi d’artificio per il gran finale. Lei era lì, invece, per riconoscere i suoi aguzzini, tornati all’area giostre del Parco Nord, come se nulla fosse successo. Ha chiamato i ca rabinieri, gli stessi che da quel momento hanno avviato le delicate e complesse indagini senza perdere un atti mo di tempo, senza trascurare alcun dettaglio. Dun que, dopo una notte di an goscia, la 15enne ha deciso di recarsi in caserma per raccontare tutto. Per i carabinieri di Corti cella, incaricati del caso, sono stati mesi di indagini delicate per definire i contorni di quella che a tutti gli effetti per loro è una violenza sessuale di gruppo. Gli uomini dell’Arma, ascoltata la vittima in audizione protetta, hanno messo in fila i tasselli della serata, individuando i presunti autori dei fatti e hanno informato la Procura dei minori e quella ordinaria, al fine di vagliare anche la posizione dell’unico maggiorene coinvolto. I carabinieri hanno anche sequestrato i cellulari dei ragazzi indicati dalla vittima, tutti nati a Bologna ma di origine africana, ora indagati. Sono stati così acquisiti agli atti i filmati, che per fortuna non sono finiti in rete, ma che sono ora un importante elemento di prova dell’avvenuto stupro di gruppo. 

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