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Silvio Berlusconi scatena la lite Renzi-Calenda: esplode il partito

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Del partito unico di Carlo Calenda e Matteo Renzi, di cui tanto si è parlato soprattutto all'indomani delle elezioni dello scorso settembre, non c'è traccia. Dalle parti di Azione, come si legge sul Corriere della Sera, qualche sospetto è nato quando - nello scambio di bozze sul percorso per arrivare al partito unico dei centristi — non era previsto lo scioglimento di Italia viva. E il motivo sarebbe di natura economica: il partito, di cui Renzi è anche presidente, nel 2022 avrebbe incassato quasi un milione grazie al 2 per mille. "Perché rinunciare al nostro contenitore?", si sarebbero chiesti i renziani. 

 

 

 

A scompigliare le carte sarebbe stata in questi ultimi giorni anche la condizione di Silvio Berlusconi: Un suo eventuale allontanamento dalla scena politica cambierebbe molte cose, a partire dai voti moderati e dalle Europee dell'anno prossimo. "Non è che Renzi punta ad essere il nuovo federatore di quel mondo?", ci si sarebbe chiesti dalle parti dei centristi. Renzi, stando a quanto riportato dal Corriere, avrebbe poi messo in atto una serie di strategie, come lasciare Calenda al timone del Terzo Polo, prendersi una pausa dalla tv e infine diventare il nuovo direttore de Il Riformista. Quest'ultima notizia, in particolare, non sarebbe paciuta al leader di Azione. L'impressione, dunque, è che sarebbe partito "un gioco del cerino, che, a fronte di risultati elettorali ben lontani dalla doppia cifra, rischia di far naufragare il partito unico dei riformisti-moderati", scrive Bozza sul Corsera. "Chi si intesterà la responsabilità di questa rottura?", questa la domanda che ci si starebbe facendo in entrambi i fronti.

 

 

 

Il commento di Calenda su Berlusconi, poi, avrebbe fatto accendere una lite all'interno del Terzo Polo. "Le parole su Berlusconi sono davvero pessime. Capisco l’indignazione del forzista Barelli", ha detto il deputato Roberto Giachetti, fedelissimo di Renzi. Il leader di Azione su La7 aveva detto: "Penso che sia la chiusura di fatto della seconda Repubblica, perché la seconda Repubblica è Berlusconi, nel bene e nel male". A rispondere alle accuse contro Calenda è stato Richetti: "Lui ha augurato pronta e piena guarigione a Berlusconi, riconoscendogli di essere protagonista di un’intera stagione politica italiana e definendolo un “leone”. Nonostante questo è stato bersagliato da attacchi e fuoco amico senza mai riportare una sua parola fuori posto".

 

 

 

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