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Berlusconi, la rivelazione di Sallusti: tutta la verità sulla sua malattia

Alessandro Sallusti
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C’è ottimismo, la grande paura di giovedì che la situazione potesse precipitare da un momento all’altro si è attenuata alla luce dell’evolversi del quadro clinico. Diciamo così: le condizioni di Silvio Berlusconi nelle ultime ore non sono peggiorate, la leucemia cronica che si è scoperto ieri lo affligge da tempo è sotto controllo, così come la polmonite che lo ha nuovamente attaccato. Dal suo letto nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano il presidente ha voluto lanciare lui stesso messaggi rassicuranti: ha scambiato qualche parola con i suoi più stretti collaboratori e ha pure brevemente sentito al telefono sia il premier Giorgia Meloni che l’alleato Matteo Salvini. “Papà è un leone”, ha commentato il figlio Pier Silvio lasciando l’ospedale.

 

 

Bene, ce ne compiacciamo, non dubitavamo della tempra.Ci torna in mente la barzelletta, una delle tante, che Berlusconi si diverte a raccontare su se stesso. È quella di lui che cade dal tetto della casa dove era salito a sistemare l’antenna e che a un metro da terra invece che schiantarsi rimbalza su una tenda e finisce su un albero, dal quale cade per rimbalzare all’infinito su qualcosa d’altro tanto che un soccorritore incredulo a un certo punto esclama: “Questo per fermarlo non ci resta che abbatterlo”. Ecco, di suo Silvio Berlusconi è immortale, lui tra l’altro lo pensa davvero o giù di lì. Sta a chi gli vuole bene non abbatterlo e proteggerlo innanzi tutto da se stesso che – come dimostrano le telefonate fatte ieri in quella situazione e condizione – non ne vuole sapere di tirare un po’ i remi in barca.

 

 

Mentre lo scrivo mi rendo conto che non è possibile, lui è quella cosa lì, un leone sì – come dice Pier Silvio – ma di quelli che non ne vogliono sapere di mollare la guida del branco, sia che si tratti quello politico che di quelli familiare e aziendale. Ecco, consiglierei prudenza a chi, come ha fatto ieri Calenda, dà già per finita questa storia umana e politica. Primo perché, visto dal suo punto di vita, celebrare un funerale senza il morto dicono che porti buono e allunghi la vita al soggetto interessato. Secondo perché gli avvoltoi sono bestie orribili e respingenti.

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