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Elly Schlein, la profezia da incubo: "Quando la sostituiranno"

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Al di là delle poltrone che si sono spartiti per la segreteria del Pd, tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini il vero accordo è un altro e sarà testato da qui alle Europee del 2024. Se comincerà a dare frutti la leadership della pasionaria rossa il Pd potrà salvarsi, se non li darà "il sinedrio degli anziani troverà il modo di sostituirla, come ha fatto sempre nei quindici anni della storia del Pd". Lo scrive Marcello Sorgi nel suo editoriale sulla Stampa in cui rivela l'esistenza di "un patto per separare il complicato governo interno del partito, che richiede un'indispensabile familiarità con il sistema correntizio, dalla sua proiezione esterna in termini d'immagine e di costruzione di una nuova identità".

Il tacito accordo intervenuto con i capi corrente prevede, scrive Sorgi, che "Schlein abbia dominio assoluto nella comunicazione, nella piazza e nella guida dei gruppi parlamentari attraverso i nuovi presidenti di senatori e deputati. Mentre il resto rimanga riservato al sinedrio degli anziani, che non avrebbero mai accettato di essere messi da parte". E infatti hanno ottenuto di spartirsi gli incarichi più importanti, dagli Enti locali (leggi: candidature e alleanze sul territorio) per Baruffi, braccio destro di Bonaccini, alla delicata delega degli Esteri per Provenzano, vicesegretario uscente schierato fin dal primo momento per la segretaria.  Sorgi spiega inoltre l'assenza di vicesegretari per Elly: "La stella di Schlein brillerà da sola. E aver ottenuto/imposto i due nuovi capigruppo alla Camera e al Senato, Braga e Boccia, non le ha consentito di far sedere accanto a se altre fedelissime, come Marta Bonafoni, e Rossella Buroni, che lei avrebbe voluto nel gruppo dirigente". 

 

 

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