Con Silvio Berlusconi ricoverato in terapia intensiva, spuntano le previsioni sul futuro di Forza Italia. Il suo leader è da ieri al San Raffaele di Milano in cura per una polmonite aggravata dalla leucemia di cui soffre da tempo. "Siamo tutti molto preoccupati - commenta Vittorio Sgarbi -. Auguro all'amico di farcela anche questa volta, con la sua forza miracolosa. Gli auguro la guarigione e di dare inizio a una nuova epoca politica. Dieci giorni fa ad Arcore, l'ultima volta che l'ho visto, lui stesso era consapevole della necessità di questo passaggio storico".
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Rompono il silenzio i professori Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri, che dal San Raffaele di Milano diffondo il primo...Ma di cosa si tratta? Raggiunto da La Stampa, il sottosegretario alla Cultura avanza un'ipotesi: "Berlusconi sapeva e sa di non potersi ricandidare a novant'anni. L'idea è chiara. Una fondazione a suo nome, lui come ispiratore e grande vecchio. E poi un partito completamente nuovo. Il grande Partito Repubblicano". Eppure nessuno crede a un passaggio di consegne, neppure Giuliano Urbani, ex ministro dei primi due governi Berlusconi e tra i fondatori di Forza Italia.
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Sono ancora ignote le condizioni di Silvio Berlusconi. Nonostante in queste ore sia circolata la voce che vede il leader..."L'ex premier - dice - e FI sono una cosa sola, inscindibile. Il partito è la sua creatura, la sua vita". Non ci sarebbe posto dunque per la figlia Marina. In queste ore si era parlato di lei come sostituta del Cav, "ma lui - prosegue - non conosce mezze misure, non pensa a un mondo possibile senza di lui. Lo dico ridendo, perché nutro per lui grande affetto e ammirazione. Si crede eterno e spero che questi discorsi gli allunghino ancor di più la vita". E allora ecco che la tesi di Sgarbi potrebbe rivelarsi la più papabile. Con un solo dubbio però: chi guiderà il grande Partito Repubblicano?