Selvaggia Lucarelli si copre di ridicolo: "Andare nei campi? Dove si è laureato Lollobrigida"
Un bel tacer non fu mai scritto. Il proverbio che la leggenda attribuisce a Dante Alighieri è ciò che più perfetto esista per tratteggiare in estrema sintesi Selvaggia Lucarelli: una che non tace, mai. E che parla a sproposito, quasi sempre. Ossessionata dalla ricerca della polemica, finisce sovente col creare polemiche talmente risibili, grottesche e sterili che raggiungono comunque il loro risultato: far parlare, o meglio far parlare di Selvaggia Lucarelli, una che è altrettanto ossessionata dalla ricerca di visibilità.
Certo, fessi noi che ci cadiamo spesso e volentieri. Ma l'ultimo atto della ricerca di polemica e visibilità è assolutamente emblematico per tutte le premesse scritte sino ad ora. Soprattutto risulta emblematico per quel che concerne la grottesca sterilità della polemica.
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Ma procediamo con ordine: nel mirino della blogger ci finisce Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare il quale, domenica dal Vinitaly, ha spiegato che il lavoro agricolo è nobile, anzi più nobile rispetto a prendere il reddito di cittadinanza "restando sul divano". Nel dettaglio, Lollobrigida, riferendosi alla necessità di manodopera e immigrazione legale, ha spiegato che "c'è la volontà di organizzarli seriamente cercando di rapportarci con le nazioni di provenienza dei migranti, facendo informazione e formazione ma prima di fare questo dobbiamo mettere tutti gli italiani che sono in condizione di lavorare di farlo perché voglio lanciare una messaggio chiaro lavorare in agricoltura non è svilente. Lo dico a chi è sul divano mentre prende il reddito di cittadinanza". E - a meno che siate di Repubblica, La Stampa o Il Fatto Quotidiano- risulta impresa impossibile sostenere che Lollobrigida non abbia ragione al 100 per cento.
Eppoi però arriva Selvaggia Lucarelli, la quale pensa per un paio di giorni a che jolly giocarsi nella contesa contro il ministro e arriva alla seguente soluzione, riversata sui social: "Ma quindi Il ministro Lollobrigida, quello per cui anziché stare sul divano col reddito di cittadinanza i giovani dovrebbero andare nei campi, si è laureato dal divano di casa all’università telematica Cusano. ;)", conclude con emoticon che strizza l'occhio. E già ce lo immaginiamo quel sorrisetto compiaciuto che Selvaggia avrà avuto stampato in faccia mentre vergava simile pensierino, convinta di essere davvero graffiante, convinta di aver colpito nel segno, convinta di essere una grande polemista.
Peccato che, appunto, la polemica sia ridicola, sterile, grottesca. Senza voler spendere più parole del dovuto (che già sulla vicenda ne abbiamo spese più del limite consentito), semplicemente si prende atto dell'assoluta mancanza di nesso logico tra l"'occupazione" di chi non lavora restando sul divano (e incassando il sussidio grillino) e chi al contrario studia, magari pur restando sul divano, poiché frequenta un università telematica, che per definizione si può frequentare un po' da dove si vuole e non contempla la presenza. E ancora, si fa notare l'insopportabile snobismo con cui la Lucarelli derubrica le università telematiche, evidentemente, a circolino di illetterati senza strumento culturale alcuno. Infine chiediamo alla Lucarelli: cosa avrebbe dovuto fare Lollobrigida, frequentare l'universitò telematica direttamente dai campi, mentre zappava la terra? Così alla Lucarelli sarebbe andato bene?
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Domanda retorica: no, non le sarebbe andato bene. Avrebbe trovato qualche nuova e arguta polemica (arguta solo per lei e i suoi ahinoi numerosi accoliti). Già, perché se tocchi il reddito di cittadinanza, Selvaggia Lucarelli scatta: così vanno le cose al Fatto Quotidiano dove è appena tornata, lei con le sue "imperdibili" polemiche.