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M5s doppiato dalla no-vax in Friuli: imbarazzo per Giuseppe Conte

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Il campo largo nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia sarà molto stretto. Colpa del Pd di Elly Schlein che ha fallito il primo test elettorale, ma anche e soprattutto del Movimento Cinque Stelle. Se infatti i dem hanno infatti visto diminuire la percentuale dei voti al 16,5%, è il partito di Giuseppe Conte ad aver subito un tracollo al 2,4%. Più che doppiato da Giorgia Tripoli, candidata no-vax e no-green pass, che ha preso il 4,9 per cento. Insomma questa prima prova d'intesa nel sostenere Massimo Moretuzzo, consigliere regionale uscente e segretario del Patto per l’autonomia non si può certo definire un successo: il centro destra ha stracciato il centro sinistra con percentuali "bulgare". 

 

"Era una partita non facile perché c’è un traino nazionale per la destra, ma abbiamo messo in campo una coalizione credibile", si è giustificata Debora Serracchiani, ex presidente della Regione. In Friuli-Venezia Giulia secondo l'onorevole dem quella dell’intesa con i 5 Stelle è stata la "strada giusta", perciò è convinta che "la spinta di Schlein e Conte sia quella di dare un segnale per consolidare il rapporto tra i dem e il M5S in consiglio regionale". Spiega Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera che il vero banco di prova saranno comunque le prossime Amministrative che saranno affrontate dalla segreteria Pd con metodo: "Non faremo alleanze a tavolino, a scatola chiusa o tra gruppi dirigenti, ma cercheremo di trovare insieme punti di convergenza che possano migliorare la qualità di vita delle persone e del pianeta". Sulla stessa lunghezza d'onda di Elly Schlein anche Stefano Bonaccini: "Sulle Amministrative che ci saranno da adesso e nei prossimi mesi lancio un alert, attenti a non schiacciarci su un’unica idea di alleanza". Il presidente del Pd, però, sostiene di non riferirsi solo al Movimento 5 Stelle e sottolinea: "Le alleanze bisogna che le facciamo a livello territoriale e locale". Il 14 maggio si vota in 589 Comuni, il 21 in tre Comuni del Trentino-Alto Adige e in uno della Valle d’Aosta, tra il 28 e il 29 maggio sarà la volta di 39 Comuni della Sardegna e 128 della Sicilia. Finora nei capoluoghi in cui si andrà al voto tra maggio e giugno i dem sono riusciti a siglare accordi elettorali con i 5 Stelle solo a Teramo, Brindisi, Catania e Pisa

 

 

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