Elly Schlein, bordata-Bocchino: "Ne servono mille per fare una Giorgia Meloni"
"Ci vorrebbero mille Schlein per fare una Meloni. Giorgia è una fuoriclasse che la sinistra c'invidia". Parole e musica di Italo Bocchino, il direttore editoriale del Secolo d'Italia che in una intervista a Repubblica si dice "convertito" a Fratelli d'Italia proprio grazie alla sua fondatrice e leader, oggi premier. Una politica cheè riuscita a "rimettere insieme i cocci" di una destra che proprio dopo il grande Big bang dello scontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini (di Bocchino 10 anni fa era il braccio destro) sembrava irrimediabilmente divisa in due tronconi. Una "moderata", di centro, e una "estrema", relegata perennemente all'opposizione.
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Da alcune settimane tiene banco il certamente suggestivo confronto parallelo tra Schlein, neo-segretaria Pd, e la Meloni: due donne forti, due leader riconosciute. Ma le similitudini secondo Bocchino finiscono qui. Anche perché Giorgia rappresenta il nuovo, mentre Elly ha ereditato tutti i difetti della "vecchia" sinistra, ammantandoli in una veste solo apparentemente al passo con i tempi e in linea con i gusti delle nuove generazioni. Un esempio? L'anti-fascismo strumentale.
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"E' la sinistra che, non avendo argomenti contro il governo, continua a parlare di fascismo. Ma alla gente al supermercato interesse il calo dell’inflazione dal 12 al 7 per cento, e la riduzione del 55 per cento dei costi delle bollette", polemizza Bocchino dalle pagine del quotidiano diretto da Maurizio Molinari. "Meloni la storia la vuole fare, non riscriverla". A cominciare da quella culturale. Non è revancismo, sottolinea l'ex parlamentare di An e Pdl, ma "solo voglia di riequilibrio, di superare il circuito delle parrocchiette di sinistra, quelle dei premi letterari, della tv, del cinema". Potrebbe farne le spese anche Fabio Fazio, simbolo della Rai filo-Pd. "Non cacciano nessuno, e poi Fazio è mio amico, se resta sono contento", taglia corto Bocchino.