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Elly Schlein "sotto ricatto" nel Pd: le voci su Provenzano e "l'altro uomo"

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La "lumaca" Elly Schlein, così l'hanno definita i più maliziosi, sembra ancora lontana dall'obiettivo di chiudere la partita-segreteria. Il trionfo personale alle primarie del Pd sta presentando il conto: da frontrunner, la leader deve dimostrarsi organizzatrice, con dote di gestione non solo dei temi, ma pure degli uomini che sono tutte da verificare nella palude romana. "I nuovi organismi dirigenti del partito dovranno portare avanti la linea delle primarie", ripete puntualmente ai suoi (e ai giornalisti), e le difficoltà sono evidenti.

 

 



Archiviata la pratica capigruppo, che sembrava scontata ma che ha comunque minato la tenuta delle opposizioni legate allo sfidante sconfitto Stefano Bonaccini (e di riflesso, la tenuta stessa del Pd), la Schlein deve affrontare ora un nodo cruciale: la posizione del responsabile degli Esteri della sua squadra. Fino a qualche giorno fa il favorito sembrava essere Alessandro Alfieri, senatore esperto di immigrazione e soprattutto uomo di fiducia di Bonaccini, che avrebbe blindato la linea "filo-ucraina" del partito. Ora però sembrano risalire pesantemente le quotazioni di Peppe Provenzano. Tu chiamalo, se vuoi, il "ricatto" di quelle stesse correnti che la Schlein giurava avere intenzione di cancellare per sempre.

 

 


Provenzano era uno dei big che, abbastanza a sorpresa, avevano deciso di sostenere la corsa della Schlein alle primarie, insieme a Dario Franceschini, Francesco Boccia e Andrea Orlando. Boccia è stato ripagato con l'incarico di capogruppo al Senato, mentre l'ex ministro per il Sud nel governo Conte 2 "ambiva a fare il capogruppo alla Camera - ricorda il Corriere della Sera -, e che non ha avuto quel posto perché la segretaria gli ha preferito Chiara Braga". "A quanto pare - si legge ancora -, Schlein glielo ha promesso, ma la minoranza che su questo tema è molto attenta fa resistenza" preferendo, appunto, Alfieri.

 

 

 

Il timore dei Bonaccini-boys è che con qualsiasi altro nome la linea-Letta sull'Ucraina possa deragliare, facendo l'occhiolino alle sbandate anti-Nato di Giuseppe Conte e Movimento 5 Stelle, sicuramente più redditizie dal punto di vista del consenso elettorale almeno nel bacino della sinistra. A spingere Provenzano verso gli Esteri, nonostante tutti i dubbi del caso, ci sarebbe anche la volontà della Schlein di tenere libera l'altra casella di peso, quella da coordinatore della segreteria che Elly pensa di assegnare a un suo uomo di fiducia, Gaspare Righi.

 

 

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