Paramanov, il nuovo ambasciatore russo in Italia? La scelta di Putin
Il falco di Putin al posto del "moderato" Razov. Potrebbe arrivare già tra un mese il nuovo ambasciatore russo a Roma, dicono all'agenzia Adnkronos fonti informate, confermando che l'avvicendamento tra Sergey Razov e Alexei Vladimorovic Paramonov - che dovrebbe essere annunciato ufficialmente da Mosca la prossima settimana con un decreto del presidente - è stato deciso da mesi, con il governo italiano che ha già dato il suo assenso informale al gradimento.
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Paramonov, classe 1962, ex console russo a Milano, direttore del dipartimento Europa del ministero degli Esteri, era salito agli onori delle cronache un anno fa, per aver rilasciato all'agenzia di stampa Ria Novosti, molto vicina al Cremlino, a neanche un mese dall'inizio della guerra, un'intervista nella quale aveva parlato di "conseguenze irreversibili" nei rapporti tra Roma e Mosca se l'Italia avesse adottato altre sanzioni contro la Russia. Definendo tra l'altro l'allora ministro della Difesa Lorenzo Guerini un "falco" e l'"ispiratore" della campagna anti-russa in Italia.
Insignito dal nostro Paese dell'onorificenza di commendatore dell'Ordine della Stella d'Italia, poi revocata, Paramonov in realtà era stato indicato lo scorso anno come prossimo ambasciatore russo presso la Santa Sede, al posto di Alexander Avdeev, che però avrebbe "resistito" all'avvicendamento. Anche in virtù dei rapporti molto intensi che continua a mantenere in Vaticano: fu da lui, ex ministro della Cultura, che il Papa andò il 25 febbraio di un anno fa, proprio all'indomani dell'invasione dell'Ucraina per esprimere la sua "preoccupazione".
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In effetti Paramonov, scorrendo il suo curriculum, più che di Vaticano è esperto di Italia, sottolinea la nostra diplomazia, che spera tra l'altro in un allentamento delle maglie sui visti per i nostri funzionari in attesa di andare a Mosca, a rafforzare l'ambasciata retta da Giorgio Starace, che al momento conta su appena cinque diplomatici, dopo le espulsioni dell'anno scorso. Laureatosi nel 1986 nel prestigioso Istituto statale di Mosca per le relazioni internazionali (Mgimo), è entrato in diplomazia due anni dopo. Dal 2007 si è sempre occupato di Europa: prima come vice direttore del dipartimento competente del ministero degli Esteri, poi dal 2008 al 2013 è console generale a Milano, quindi dal 2015 è direttore dello stesso dipartimento. Il nuovo ambasciatore prenderà il posto di Razov, che si è insediato a Villa Abamelek il 6 maggio del 2013 e che in questi mesi non ha risparmiato duri attacchi all'Italia e ai due governi che si sono preceduti, accusando per ultimo il ministro della Difesa Guido Crosetto di "demonizzare" la Russia. Chi lo conosce sostiene che sin dall'inizio non fosse la scelta giusta per Roma, lui che veniva da Pechino, dove era stato ambasciatore per otto anni, impregnato di una mentalità forse un po' troppo assertiva. Settant'anni compiuti a gennaio, visto il suo 'lignaggio' difficilmente andrà in pensione: probabilmente per lui è già pronta una direzione generale del ministero degli Esteri o un incarico da vice ministro, ruolo che aveva già ricoperto dal 2002 al 2005.