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Immigrazione, Meloni: "L'ideologia che ci ha reso succubi in Europa"

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Giorgia Meloni intende far sentire le proprie ragioni. Con previsioni preoccupanti, il presidente del Consiglio sui migranti non indietreggia. "Non ho nessuna intenzione di cedere all'ideologia della resa che ci aveva reso succubi in Europa sui migranti, un tema cruciale per il futuro della nazione", premette in un'intervista rilasciata al Piccolo di Trieste in vista delle elezioni in Friuli Venezia Giulia. Il naufragio di Cutro ha messo l'Italia di fronte a una vera e propria emergenza, quella del fronte Sud, del Mediterraneo centrale e orientale.

 

 

"Il nostro approccio al problema dell'immigrazione illegale - tiene a sottolineare il premier - è chiaro, gli ingressi clandestini in Italia sono un danno prima di tutto per chi cerca un nuovo inizio nella nostra nazione, rispettando la legge. Questa per me è la condizione essenziale, tutto il resto è una conseguenza". Un discorso che vale anche per il Friuli Venezia Giulia, Regione che "deve poter contare su frontiere sicure, immigrazione regolata e gestita secondo i bisogni dei territori, delle popolazioni, delle imprese". Da qui il negoziato con l'Unione europea su cui la Meloni si dice ottimista: "È all'inizio e sta già dando i suoi frutti, sono stati fatti passi avanti impensabili, ho fiducia". Altrettanto cruciale la fine della guerra in Ucraina. La Meloni, e il governo da lei guidato, ha dato poco ribadito la volontà di inviare aiuti a Kiev.

 

 

"L'Ucraina - conferma - è per noi una speranza di pace e un'opportunità per il futuro. Quando la guerra finirà- e io mi auguro che accada presto- le imprese italiane saranno pronte a cogliere lA sfida per far rinascere l'economia di Kiev. Siamo già al lavoro, martedì scorso il presidente Zelensky al telefono mi ha manifestato il suo grande apprezzamento per la Conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina in programma a Roma il 26 aprile, sarà l'occasione per rafforzare i rapporti tra Kiev e le imprese italiane". 

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