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Renato Schifani "chiama" Renzi: il messaggio a Berlusconi

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Renato Schifani, presidente di Forza Italia in Sicilia, appoggia senza se e senza ma la nuova linea politica impostata da Silvio Berlusconi al partito, ma nella sua intervista a Paola Di Caro per il Corriere l'azzurro, pur proclamando "affetto e lealtà" per il Cav, si toglie qualche sassolino. Forza Italia, secondo Schifani, non dovrebbe schierarsi troppo a favore degli alleati politici, ma dovrebbe mantenere una posizione indipendente su questioni importanti come la politica europea, la giustizia e la direttiva Bolkenstein: "temi sui quali abbiamo sensibilità diverse rispetto agli alleati", ha puntualizzato. Il presidente azzurro sottolinea inoltre l'importanza di avere una leadership più inclusiva, che coinvolga tutti i governatori di Forza Italia, che attualmente non sembrano avere sponda nel governo Meloni. Per questo Schifani fa un esempio su tutti: "Conosco personalmente quasi tutti i ministri, e ciò mi ha sempre consentito di confrontarmi proficuamente con loro per dare soluzione a problematiche del mio territorio. Ma quando, recentemente, ho avuto difficoltà d'interlocuzione con un ministro per un tema delicato, la mia richiesta di aiuto ai vertici di FI è caduta nel nulla. Poi, come sempre, ho risolto da me".

 

 

Quanto alle alleanze Schifani traccia la linea. Il sogno di Berlusconi del partito unico con Lega e Fratelli d'Italia per lui "è un sogno legittimo, ma credo che storicamente le fusioni non paghino mai in termini elettorali: avere più liste aiuta ad avere più eletti con l’impegno sul campo". Comunque, puntualizza il presidente della Sicilia, "anche da conversazioni private, non ho percepito che questo approdo sia vicino".  Di certo c'è che Schifani invita il partito ad attrezzarsi "puntando a un bipolarismo vero, non tentando di annettere ma provando a dialogare con Matteo Renzi, che su molti temi ha posizioni affini alle nostre: Europa, atlantismo, giustizia". "Per non dimenticare che grazie a lui Conte ha smesso di governare", fa notare l'azzurro. "Bisogna lavorare anche dal basso, e senza conflittualità personalistiche: da quella parte ci sono esponenti come Carfagna, Gelmini, Rosato, Boschi, che non sono certo di sinistra". 

 

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