Londra ha Sunak, noi Soumahoro: cosa abbiamo sbagliato
Il primo ministro britannico, Rishi Sunak, è di origine indiana, quello scozzese (da lunedì), Humza Yousaf, è musulmano con padre pakistano e madre keniota. Sono entrambi immigrati di seconda generazione e hanno scalato due dei Paesi più orgogliosamente europei, non nel senso dell’Unione ma delle radici culturali e politiche, come del resto lo è (padre immigrato indiano) il primo ministro irlandese Leo Varadkar.
Cosa c’è di scandaloso in tutto ciò? Nulla, è che in Italia l’immigrato che abbiamo portato in parlamento si chiama Aboubakar Soumahoro e ho detto tutto. A portarcelo, in parlamento, è stata quella nostra sinistra che non capisce che l’immigrazione o è controllata o non può essere utile né per chi viene né per chi accoglie. L’Inghilterra, non noi, può dirsi un Paese multietnico, cioè un Paese dove chi arriva viene messo nelle condizioni economiche e sociali per potersela giocare alla pari con chi già c’è, addirittura di mettersi a capo dell’intera comunità senza che questo provochi scandalo o irritazione. Non è un caso che gli inglesi da sempre hanno rigidi controlli negli accessi, e non è un caso che un immigrato, l’attuale premier Sunak, una volta diventato primo ministro, la prima cosa che ha fatto è stringere ancor più le già severe norme sull’immigrazione.
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Risultato? Noi sugli immigrati siamo qui a giocare a guardie e ladri con le Ong, loro con gli immigrati sfornano leader uno dietro l’altro. Perché il problema non è il colore della pelle o il passaporto di nascita tuo o dei tuoi genitori: il problema sono le regole, che, o capisci che devi rispettarle dal primo giorno che metti piede in un Paese che accetta di ospitarti, oppure ti ritrovi bene che vada con un Soumahoro in parlamento a fare la caricatura dell’uomo nero che si è riscattato. Morale: chi si oppone all’immigrazione più che razzista è stupido perché a noi gli immigrati servono. Ma chi spinge per una accoglienza senza regole è stupido due volte, addirittura pericoloso per sé e per gli altri. Certezza sugli ingressi vuole dire certezza di accoglienza. E le due certezze possono produrre addirittura un primo ministro. Che, avanti così, in Italia non avremo mai alla faccia del buonismo sciagurato.
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