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Carlo Nordio, la confessione: "Ho rischiato la vita"

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La decisione della Francia di salvare gli ex brigatisti fa male. Oltre alle famiglie delle vittime, a contestare la Corte di Cassazione c'è chi una vittima ha rischiato di diventarla. Tra questi Carlo Nordio. L'attuale ministro della Giustizia si rivolge ai parenti di quegli uomini e quelle donne finiti nel mirino dei terroristi rossi. A loro "mi sentirei di esprimere il mio profondo dolore, reso più acuto dal fatto che io stesso 40 anni fa - confessa su Rai Radio1 al Gr1 -, ricevendo a casa le lettere minatorie con le stelle a 5 punte, ho rischiato la vita nell’interesse dello Stato. Purtroppo, loro sono stati più sfortunati e questo dolore non viene placato nemmeno dal decorso del tempo".

 

 

Grazie a Parigi i dieci ex brigatisti degli anni di Piombo non saranno estradati. La Cassazione "respinge i ricorsi presentati dal procuratore generale presso la Corte d'Appello di Parigi contro le decisioni della Corte d'Appello, ritenendo che i motivi addotti dai giudici, che discendono dal loro apprezzamento sovrano, sono sufficienti". E il parere "è definitivo". Una scelta dolorosa, la definisce il Guardasigilli, che deve fare i conti con "una sentenza che dà l’immunità e l’impunità ad autori di grandissimi reati di cui è ancora vivo purtroppo il ricordo e il dolore. Giuridicamente parlando, si tratta di una decisione presa da una magistratura autonoma e indipendente, ma la collaborazione che ha dato il governo francese alle nostre richieste è stata di assoluta novità e di assoluta positività".

 

 

A nulla sono serviti i faccia a faccia con il omologo Dupond-Moretti: "Lui ha fatto con il suo governo tutto il possibile". Il governo Meloni non intende fermarsi qui. "Noi - ribadisce - non ci arrendiamo. Cerchiamo adesso qualsiasi altra possibilità per trovare altre soluzioni e assicurare alla giustizia italiana questi criminali". 

 

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