Cdm, Salvini esulta: "Nuovo codice degli appalti", cosa cambia
Missione compiuta per Matteo Salvini: Il Consiglio dei Ministri in corso a Palazzo Chigi ha approvato il decreto legislativo con il nuovo codice degli appalti. Lo si apprende da fonti ministeriali. La Lega esulta e descrive così il dlgs che porterà il nome del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture: "Via libera al nuovo codice Salvini".
"Il dlgs - si legge - significa appalti più rapidi, con un risparmio di tempo (solo per gli affidamenti senza gara si risparmiamo da sei mesi a un anno), più autonomia agli enti locali con particolare riferimento ai piccoli comuni, corsia preferenziale per le forniture italiane ed europee, digitalizzazione con risparmio di carta e incombenze burocratiche. Piegato - prosegue la Lega - il partito dei No: è infatti previsto il dissenso qualificato, principio per cui le amministrazioni pubbliche avranno una cornice più limitata in caso di contrarietà a un'opera".
E' prevista "la cosiddetta liberalizzazione sotto soglia: fino a 5,3milioni ci potranno essere affidamenti diretti. Dal primo gennaio tutti gli scambi di informazione avverranno su una piattaforma digitale nazionale, in modo che le imprese non debbano presentare la stessa documentazione più di una volta (risparmio di tempo, di costi, di carta). I piccoli Comuni potranno procedere ad affidamenti diretti fino a 500mila euro e per il primo anno avranno più opzioni per scegliere la stazione appaltante qualificata, allargando il recinto che prima prevedeva solo le Province. Non solo. I Municipi più piccoli avranno semplificazioni sul personale: le funzioni di Rup potranno essere affidate ai dipendenti in servizio anche con contratti a tempo determinato. Non manca la clausola per accelerare i pagamenti (è garantita la possibilità per l'esecutore di emettere fatture anche al momento dell'adozione del SAL)".
Tra le norme del nuovo codice, quella che "salva" i funzionari pubblici: Nessuna paura per la "firma": niente colpa grave per i funzionari e i dirigenti degli enti pubblici se avranno agito sulla base della giurisprudenza o dei pareri dell'autorità. Tutele simili per la delicata questione dell'illecito professionale. Nella riformulazione del codice si è proceduto ad una razionalizzazione e semplificazione delle cause di esclusione, anche attraverso una maggiore tipizzazione delle fattispecie. In particolare, per alcuni tipi di reato, l'illecito professionale può essere fatto valere solo a seguito di condanna definitiva, condanna di primo grado o in presenza di misure cautelari.
Infine la norma "prima l'Italia", per la salvaguardia del "made in Italy": tra i criteri di valutazione dell'offerta e' previsto come premiale il valore percentuale dei prodotti originari italiani o dei paesi Ue, rispetto al totale. Una tutela per le forniture italiane ed europee dalla concorrenza sleale di Paesi terzi. Le stazioni appaltanti possono indicare anche i criteri di approvvigionamento dei materiali per rispondere ai più elevati standard di qualità. Tra i criteri premiali la valorizzazione delle imprese, che abbiano sede nel territorio interessato dall'opera.