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Pd, Stefano Bonaccini tradito: chi lo pugnala per la Schlein

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La luna di miele tra le correnti del Pd è già finita e la primavera di Elly Schlein si copre di nuvoloni portati dalle fredde correnti del partito che proprio non ce la fanno a soffiare nello stesso verso. A far sentire i primi tuoni del temporale dem è stata la proposta avanzata a Stefano Bonaccini di sostituire le attuali capigruppo con "due persone di mia stretta fiducia", ovvero Francesco Boccia a Palazzo Madama e Chiara Braga a Montecitorio. Un mezzo terremoto: il presidente del Pd ha convocato immediatamente una video-riunione alle 14 per dibattere della questione perché proprio non ci sta a non poter dire la sua per quei posti chiave. Bonaccini, però non ha considerato che l'aria nel suo partito è cambiata.

 


Giovanna Vitale su Repubblica rivela il messaggio di Marianna Madia in chat: "Niente contro Stefano, ma io sono anni che predico che è sbagliato correntizzare il partito e i gruppi, quindi non ci sarò". Posizione sulla quale si ritroverebbero, fra gli altri, Marco Meloni, Anna Ascani, Enrico Borghi, Matteo Mauri, Ilenia Malavasi che vogliono che il passaggio delle elezioni dei capigruppo dem sia vissuto senza divisioni ma che anzi rafforzi il processo di unità del Pd.  Bonaccini nell’ultimo colloquio con Elly Schlein le aveva spiegato che si può pure arrivare a eleggere due esponenti della mozione vincente, purché concordati con gli sconfitti. "Se optiamo per la gestione unitaria, tutti diventano persone di tua stretta fiducia l’importante è che i nomi dei capigruppo siano condivisi", aveva detto il presidente Pd. Parole condivise da Matteo Orfini che spinge per una discussione seria: "Lunedì è in programma l’assemblea di deputati e senatori del Pd, è necessario discutere fra noi, come peraltro anche loro hanno fatto, per evitare di andare in ordine sparso". "Se invece lei insiste col tandem secco Boccia- Braga, prendere o lasciare", svela a Giovanna Vitale un senatore incline a giocare la carta dell’opposizione interna, "noi daremo il nostro contributo, ma tenendoci le mani libere". Significherebbe dire addio alla segreteria inclusiva e cristallizzare la spaccatura emersa ai gazebo.  Al termine della video riunione tra Bonaccini e i parlamentari che lo hanno sostenuto al congresso si è rinviata ogni decisione. Ci sarebbe stato il solo intervento del presidente Pd, che ha proposto di rinviare un eventuale dibattito a lunedì, quando si riunirà l'assemblea dei gruppi con la segretaria Schlein per poter continuare fino ad allora a discutere con lei. È stata comunque ribadita la volontà di collaborazione con la segretaria, purché sia reciproca.

"Prima di partire per qualche giorno in una missione in Texas che avevo fissato da mesi", ha aggiunto Bonaccini, "ho pensato fosse giusto raccogliere questo appello e dirvi che, se lo ritenete utile, mi muoverei come la segretaria mi ha proposto ancora stamattina: proseguire nel confronto per capire come intenda comporre il quadro complessivo nelle prossime ore, auspicabilmente da qui a lunedì. La linea e i nuovi assetti nei gruppi e nella segreteria. Per questa ragione vi proporrei di procedere così: non aprirei un dibattito su un quadro che manca di troppi elementi e userei il tempo che ci separa a lunedì per andare a chiuderli, a vedere qual è la proposta complessiva che Elly fa". 

 

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