Meloni e Macron, "brindisi a champagne": cos'è successo nella notte
Il reset dei rapporti tra Roma e Parigi è stato sancito con un brindisi poco prima dell'una di notte nell'Hotel Amigò di Bruxelles. Giorgia Meloni e Emmanuel Macron con due bicchieri di champagne in mano hanno messo da parte il passato, le antipatie personali, il campanilismo in nome di una collaborazione tra Italia e Francia proficua per entrambe. Un risultato importante per la nostra premier soddisfatta per il riconoscimento ufficiale da parte dell'Eliseo: è stato infatti Macron a organizzare l'incontro a tu per tu, senza nemmeno lo staff a prendere appunti, per chiarirsi. Da soli, lontano da occhi e orecchie indiscrete, Meloni e Macron hanno messo da parte il passato, per affrontare, rivela Marco Galluzzo nel suo retroscena per il Corriere della Sera, una serie di dossier d'interesse comune. Per oltre un'ora e mezza hanno parlato in modo pragmatico di argomenti che sono andati dalla cooperazione aerospaziale agli interessi in Africa, da come mettere a terra i dettagli del Trattato del Quirinale al dossier delicatissimo della transizione ecologica, dall’aiuto che Parigi ci può dare in una riforma del patto di Stabilità in cui Berlino fa il guardiano della stabilità e non della crescita e di come noi possiamo ricambiare, a cominciare dal riconoscimento europeo della neutralità ecologica delle tecnologie nucleari francesi. Quando Macron e Meloni affrontano il tema degli equilibri europei concludono che la sinergia fra Italia e Francia può dispiegare effetti virtuosi, ma ancora più in questo periodo storico, in cui la "debolezza e l’erraticità" di Berlino, per usare due termini della delegazione italiana, sono a tratti vistosi.
Retroscena: quel clamoroso messaggino di Marcon, il trionfo della Meloni
Un incontro non scontato dopo le tensioni degli ultimi mesi tra i due governi, con la crisi di novembre sul caso Ocean Viking e poi, a febbraio, con l’esclusione di Meloni dalla cena all’Eliseo tra Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dai retroscena di cui dà conto il Fatto Quotidiano, in cambio di un sostegno sull’immigrazione il leader francese avrebbe ottenuto dalla premier italiana l’impegno a sostenere l’inserimento delle tecnologie nucleari fra quelle compatibili alla transizione energetica. Durante la conferenza stampa di chiusura del Consiglio europeo la Giorgia Meloni ha dichiarato di essere molto soddisfatta dell'incontro con il presidente francese. L’aver avuto finalmente uno scambio di vedute a 360 gradi con il leader della seconda economia dell’eurozona, con un futuro incerto rispetto agli equilibri dell’Unione che si determineranno con le elezioni del prossimo anno, resta un interlocutore imprescindibile. E questo innanzitutto per i due sistemi Paese.
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