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Elly Schlein "smemorata": quel silenzio assoluto sul Qatargate

Francesco Specchia
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Un giorno al pianoforte da Alessandro Cattelan, un altro al gran ballo socialista sottobraccio a Paolo Gentiloni e Frans Timmermans. Come sono variopinte le giornate di Elly Schlein che vola dagli studi televisivi Rai direttamente all’aula dell’Europarlamento (dimenticandosi di passare dalla nostra Camera, proprio mentre sfrigolava la discussione sull’invio delle armi in Ucraina, ma transeat...). Sulla scia di Giorgia Meloni – prima un sorriso da Fiorello via radio, poi i crucci dalla Von Der Leyen- la segretaria del Pd sbarca a Bruxelles. Si palesa in gessato, opinioni e inglese istituzionalissimi. Qui incontra: i maggiori dignitari del Partito democratico e dei socialisti europei; e il gruppo parlamentare di cui fu membro ai tempi del suo flirt politico con Pippo Civati. Eppoi abbraccia pure Gentiloni, il quale fino a ieri davanti alla Meloni era preoccupatissimo per i destini del Paese e ora, con Elly, pare attraversato da livida gioia (anche se con Gentiloni è sempre difficile notare la differenza). Elly, dunque, arriva in Europa, e prende le misure ai socialisti visibilmente in difficoltà.

 

TRIPUDIO PSE - E naturalmente, nel tripudio della sinistra-sinistra che riscopre sé stessa, la nuova leader sceglie un apparato retorico diametralmente opposto alle politiche di Meloni. Sostiene Schlein che «invece di chiedere una maggiore condivisione delle responsabilità sull’accoglienza, superando il regolamento di Dublino e ottenendo una missione europea di ricerca e soccorso in mare perché dove non arrivano purtroppo le motovedette della Guardia Costiera e le Ong vediamo ancora tragedie. Serve una Mare Nostrum europea». Ma Schlein omette di dire che il primo Mare Nostrum fu fallimentare. Poi Elly critica le decisioni soprattutto di Germania e Italia sulle auto elettriche. Inoltre attacca ripetutamente l’approccio all’Ue del governo guidato da Giorgia Meloni che, secondo lei, chiede le cose «sbagliate» sulle migrazioni, rivendica di aver ottenuto in Consiglio Europeo una «centralità» della questione migratoria per «tre righe» nelle conclusioni che «non dicono niente» e che sui dossier relativi al Green Deal fa solo «tanta demagogia».

 

 

Elly insiste anche sulla «conversione ecologica» sulla quale «l’ambizione delle proposte della Commissione europea continuerà ad avere il nostro pieno supporto, affinché si creino le competenze per ri-professionalizzare lavoratrici e lavoratori evi siano risorse in più anche da parte dell'Ue per accompagnare imprese, famiglie, lavoratori» Bisogna dire che la segretaria ha fatto la sua figura. Perlomeno spirava aria nuova, tra i Socialisti privi da tempo di un qualunque straccio di messia. «Ho apprezzato molto i contenuti, l’energia e la visione di Schlein. Sono fiducioso che darà al Partito democratico nuova forza» commenta il commissario Ue al Lavoro, Nicolas Schmit. «Tutti già pensano alle prossime elezioni europee e i valori che porta Schlein possono contribuire al risultato», commenta il vicepresidente della Commissione Ue, Maros Sefocovic. «Schlein ha rimarcato l’importanza di riconciliare l’aspetto sociale a quello economico nella transizione verde». Cose così.

 

 

L’ARTE DI ELUDERE - Lontana dalla fronda radicale pacifista ad oltranza del Pd, Schlein ribadIsce l’impegno dell’ordine del giorno del prevertice Pse: «le priorità di questo Consiglio Europeo, a partire naturalmente dal supporto convinto all’Ucraina contro l’invasione criminale da parte della Russia».
Pure se, alla domanda diretta sulla richiesta Nato di fare del 2% del Pil per le spese militari non più un obiettivo, ma una base di partenza, non ha risposto. Affermando che il Pd «continuerà a sostenere il popolo ucraino». Ma c’è un argomento che qui non ha toccato, e sarebbe stato il luogo ideale. Schlein –mettiamola così- ha evitato di far piena luce sugli europarlamentari del Partito democratico coinvolti nel Qatargate. Lo scandalo partito dal Pd Panzeri e allargato a membri del Pse è completamente scomparso dalla sua agenda europea; e questo nonostante il caso non sia ancora chiuso, tutt’altro. Elly ha «discusso delle sfide economiche e dei maggiori temi di attualità», come condiviso via Twitter. Ma il Qatargate, la Gauche Qatar, viene saltata a piè pari. Il governo Meloni certo farà le domande sbagliate a Bruxelles, ma l’opposizione, allo stesso Europarlamento non dà le risposte giuste... 

 

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