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Elly Schlein, il video che agita il Pd: "Maternità surrogata? Sono a favore"

Elisa Calessi
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Houston, abbiamo un problema. Era questione di tempo. Ma nemmeno la capacità di mimetizzarsi da parte di quel che resta dei cattolici del Pd - o solo di chi la pensa diversamente - ha evitato che emergesse. Si chiama maternità surrogata o utero in affitto ed è il primo vero problema interno nella fin qui trionfale camminata del Pd a guida Elly Schlein. Tema etico, su cui è lecito avere idee diverse. Ma su cui non sono ammesse ambiguità: o sì o no. E, nonostante la segretaria del Pd in questi giorni abbia cercato di sottrarsi, gli eventi chiedono risposte. E le risposte sono diverse. Una diversità che, però, non è cosa da poco.

LA REALTÀ PREME
Il tema è diventato di attualità parlamentare perché proprio ieri è iniziato l’iter delle proposte di legge, presentate dal centrodestra, che dichiarano la pratica della maternità surrogata reato universale, cioè perseguibile anche se commesso all’estero. In commissione Giustizia della Camera, la relatrice Carolina Varchi, deputato di FdI, ha illustrato due proposte, una a propria firma ed una a prima firma di Stefano Candiani, della Lega. L’iniziativa ha obbligato il Pd a una presa di posizione. La risposta è stata concentrarsi sull'aspetto giuridico. Reato universale? No. Non è fattibile, rischia di essere incostituzionale. Ma sul tema in generale, le cose si fanno complicate. «Posso dire cosa penso io», ha risposto Stefano Bonaccini. «Sono temi etici sui quali bisogna avere rispetto di ogni posizione. Credo, però, che la stragrande maggioranza degli elettori del partito la pensa come me. Io, parlo per me, sono nettamente contrario alla maternità surrogata, peraltro vivendo in un Paese che non la permette. Non so quale sia la posizione di Schlein. Sono invece favorevole all’adozione da parte di coppie omosessuali, ma anche da parte di singoli. Ha fatto bene Schlein ad andare in piazza a Milano».

 


SVICOLARE
Schlein non si è pronunciata, di recente. Ma sul web, ieri, è diventato virale un video con una doppia intervista – a lei e a Bonaccini – fatta pochi giorni prima delle primarie del Pd da Torcha, un social media che racconta i fatti di attualità provando a verificare le posizioni espresse. Alla domanda se fossero a favore della maternità surrogata, Bonaccini risponde di no, «peraltro non è prevista per legge, sì invece alla fecondazione assistita o alle adozioni di bambini per i gay o per i single», Schlein, invece, dice: «Sono favorevole alla Gpa», alla gestazione per altri (altro nome della maternità surrogata). Nonostante la prudenza della neo-segretaria, il tema scotta. Anche perché dentro il Pd un fronte trasversale – che va dai pochi cattolici rimasti a molte femministe – è contrario. «Da femminista», ha per esempio detto ieri la senatrice Valeria Valente, «sono contraria alla maternità surrogata perché si configura come uno sfruttamento del corpo delle donne, un tentativo di commercializzare il vivente e di cancellare il materno nella vita delle bambine e dei bambini».

Anche se si è detta contraria all’idra che diventi un reato universale: «È un'aspirazione irragionevole e pervicacemente punitiva. Detto questo», ha aggiunto, «mi auguro che nel Pd ci confronteremo sulla Gpa, tenendo conto di tante voci femministe, cattoliche e di tante altre voci autorevoli e significative che in queste ore stanno esprimendo la loro contrarietà e le loro perplessità». Posizione ribadita da Debora Serracchiani: «Noi abbiamo una posizione di contrarietà» alla maternità surrogata. Ma la proposta di legge di FdI – trasformarlo in reato universale - «tecnicamente non sta in piedi». Una spaccatura, quella dentro del Pd, su cui è pronto a infilarsi il Terzo Polo. Dopo Carlo Calenda, che aveva definito «aberrante» la pratica dell’utero in affitto, ieri anche la renziana Raffaella Paita, capogruppo al Senato, si è detta «contrarissima alla gestazione per altri, perché è una forma moderna di sfruttamento della donna». Anche per il Terzo Polo, però, trasformarla in reato universale sarebbe incostituzionale (lo ha spiegato in punta di diritto Enrico Costa).

 


DIRITTI GARANTITI
La ministra Eugenia Roccella, intanto, intervenendo al question time del Senato, ha ribadito che «non sono in discussione i diritti dei bambini, anche se nati all’estero con pratiche che sono reato nel nostro Paese». Nel caso di un atto di nascita prodotto all’estero in cui risultino genitori due padri «la trascrizione in Italia prevede quella del solo padre biologico». Ma «una volta riconosciuto il genitore biologicamente legato a sé il bambino potrà godere di tutti i diritti dall’assistenza sanitaria all'istruzione». 

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