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Schlein, la telefonata che fa esplodere il Pd: "Nemmeno con Renzi"

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Il Pd rischia di saltare per aria. Ancora una volta i dem si complicano la vita e raggiungono un obiettivo chiaro: rovinare la festa a Elly Schlein. Dopo la vittoria della "maestrina" che si è presa il timone del partito, non è stato ancora risolto il problema dei nuovi capigruppo. Simona Malpezzi e Debora Serracchiani hanno rimesso nella mani della nuova segretaria il mandato. Il nodo da sciogliere è uno solo: prendere tutte e due le poltrone oppure lasciarne una per la minoranza del partito. Ed è su questo punto che, come ricorda l'Agi, è esplosa la guerra dentro il Pd. La telefonata di ieri fra la segretaria del Pd, Elly Schlein, e il presidente dem Stefano Bonaccini non è servita a sciogliere i nodi. Nell’area Bonaccini, infatti, cresce il fronte del 'no' all’ipotesi di lasciare entrambe le presidenze alla maggioranza. Il mantra dei parlamentari che guardano a Bonaccini è sempre "in ogni caso, decide Stefano". A questo, tuttavia, viene aggiunto che "l’ipotesi di lasciare entrambi i capigruppo alla maggioranza del partito non può essere presa in considerazione. Non è mai successo", viene spiegato, "nemmeno quando a vincere è stato Matteo Renzi con oltre il 70 per cento".

L’ex sindaco di Firenze, infatti, diventato segretario del Pd lasciò alla minoranza la presidenza del partito, affidata a Gianni Cuperlo, ed evitò di sostituire Roberto Speranza, scelto da Pierluigi Bersani, alla guida del gruppo a Montecitorio. In seguito, fu la volta di Graziano Delrio, da una parte, e Andrea Marcucci dall’altra. Al momento della votazione in assemblea alla Camera, il nome indicato da Renzi era quello di Lorenzo Guerini che, tuttavia, ritirò la candidatura per fare spazio a Delrio, sempre della maggioranza, ma con un profilo meno spiccatamente renziano. A Delrio successe, poi, Debora Serracchiani in ballotaggio con Marianna Madia. A questi passaggi si appella chi, oggi, ricorda che "i gruppi parlamentari sono autonomi e che un passaggio interno è sempre stato fatto. Non vogliamo pacchetti chiusi".

Tradotto: in assenza di un accordo si procede per votazione. Una ipotesi, quella della conta interna, che dalla maggioranza del partito si punta ad evitare. Da qui il lavoro in corso fra Elly Schlein e Stefano Bonaccini per arrivare a un accordo politico prima del passaggio nei gruppi. Fonti dem si mostrano, da questo punto di vista, fiduciose: si potrebbe chiudere fra stasera e domani. Prima, quindi, della seduta della Camera per le comunicazioni di Giorgia Meloni domani in vista del Consiglio Europeo del 23 e 24 marzo, che vedrà Schlein presente in Aula. Un’occasione per fare un passaggio, sebbene informale, anche tra i deputati così da sondarne gli umori. I nomi più caldi in campo, al momento, rimangono quelli di Francesco Boccia e Chiara Braga. Nel caso in cui dovesse accendersi l'opzione Braga, il Pd rischierebbe di perdere una carica a Montecitorio, quella di segretari d'Aula che ricopre la stessa Braga. Da qui l'ipotesi di mantenere la Serracchiani al timone dei deputati dem.

 

 

 

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