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Banche, Tremonti: "Situazione peggiore del 2008. E la Bce..."

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Giulio Tremonti

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"Io credo che faccia molta fatica a comprendere la realtà che essa stessa ha creato": Giulio Tremonti lo ha detto in un'intervista a La Stampa a proposito della Banca centrale europea, che in pochi mesi - nel tentativo di fermare l’inflazione - ha portato i tassi dallo zero al 3,5%. "I banchieri ricordano i generali francesi che nel 1940 si sentivano al sicuro dietro la linea Maginot, ignorando la forza del motore a scoppio. Oggi, ammesso che ci sia una Maginot, i banchieri ignorano la forza dei computer attivi nella finanza", ha aggiunto l'ex ministro dell’Economia, ora presidente della commissione Esteri della Camera dei deputati.

 

 

 

Parlando, poi, della crisi del 2008, Tremonti è stato netto: "Oggi la situazione è più grave di 15 anni fa". E ancora: "Nessuno sa cosa stia accadendo, ma il passato contiene già il futuro. Lo ha scritto Shakespeare nella Tempesta ed è inciso sul palazzo degli Archivi Nazionali americani a Washington. Forse andrebbe scritto anche sul frontone della Federal Reserve a monito delle banche centrali". Qualche critica, poi, Tremonti l'ha riservata anche alla classe dirigente: "Mi sembra un po’ suonata. Ma d’altra parte la politica è scomparsa per lasciare posto alla tecnica. Basti pensare a quanti capi di Stato e di governo erano in prima fila ad applaudire al passaggio di consegne tra Mario Draghi e Christine Lagarde al vertice della Bce. Non credo che De Gasperi, Adenauer, De Gaulle, Kohl, Mitterand o Cossiga lo avrebbero fatto".

 

 

 

Per uscire da questa crisi, secondo lui, è necessaria "una stagione di regole. Passando dalla finanza alla politica. Dal commercio libero a quello giusto. La soluzione dei problemi è nell’economia". Sul possibile coinvolgimento dell'Italia, infine, l'ex ministro ha detto: "Per cominciare, serve una risposta europea. L’Ue si è riscattata con gli eurobond per il Covid e con la guerra a fianco dell’Ucraina. Eppure non ha ancora evidente la follia della dimensione finanziaria. E adesso sembra presa da un eccesso di suggestione ambientale – dalle case verdi alle auto elettriche - che spiazza l’industria. Il vero nemico è nella speculazione che ha appena cominciato il suo sinistro lavoro".

 

 

 

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