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Beppe Grillo attacca Di Maio e delira: il paragone con Gesù

Alessandro Gonzato
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Il vittimismo religioso di Beppe Grillo, capopopolo (oforseex) dei 5Stelle,che da capocomico nel suo spettacolo teatrale va dicendo che è «stato tradito come Gesù», «ma come lui non sono mica arrabbiato»,è un’evidente rappresentazione del momento nero di quella pletora balzata alla ribalta politica parlando di scie chimiche, microchip sottopelle e tunnel inesistenti ma che secondo l’ex ministro pentastellato alle Infrastrutture esistevano eccome. «Gesù non si arrabbiò con Giuda», ha continuato Grillo durante lo show al teatro Puccini di Firenze, titolo “Io sono il peggiore” (no dai, il peggiore forse no Beppe). «Gesù sapeva che Giuda l’avrebbe tradito e disse “così il giorno dopo risorgo e vinco”».

Grillo guarda alla Pasqua di Resurrezione? E chi è, o meglio, chi sono i Giuda: Di Maio? Probabile. Conte? Chissà. Non crediamo la mitologica Laura Castelli, l’ex viceministro alle Finanze che assurse ai cieli della politica quando a Porta a Porta replicò piccata all’ex ministro dello stesso dicastero (prima di lei),l’economista Pier Carlo Padoan durante una discussione sullo spread: «Questo lo dice lei», si inalberò la grillina, che ha appena preso servizio come portavoce del movimento Sud chiama Nord di Cateno De Luca. Un momento: quasi dimenticavamo che a Otto e Mezzo, su La7, la conduttrice le chiese cosa avrebbe votato in caso di referendum sull’uscita dall’euro, e il viceministro alle Finanze Castelli rispose che «non si dice, il voto è segreto».

 

Il momento è nero, per i 5Stelle, anche perché la ribalta momentanea di Elly Schlein rischia di erodere parte della base grillina, soprattutto quella che al Sud guarda quasi solo alle politiche assistenzialistiche. Poi ci sono le battaglie ideologiche-civili dei Dem, e ieri Conte s’è tenuto distante dalla manifestazione di Milano sull’omogenitorialità ben sapendo che l’utero in affitto sarebbe stato l’altro grande tema pur non inserito ufficialmente nel corteo, e l’ex premier non vuole inciampi soprattutto per non inimicarsi la Chiesa. C’è un’altra grana poi per l’ex avvocato del popolo, che a breve potrebbe essere riascoltato dai magistrati per l’inchiesta sulla gestione del Covid nella  Bergamasca, e ricordiamo che è indagato assieme al suo ex ministro della Salute Roberto Speranza per epidemia e omicidio colposi.

Ieri, che era la giornata in memoria delle vittime del Covid,Conte s’è lanciato in un messaggio: «Non dimenticherò mai quei momenti, siamo stati il primo Paese occidentale a dover fronteggiare un nemico sconosciuto, il momento più difficile dal Dopoguerra. Il dolore per le vite perse, quello dei loro familiari e amici, resta indelebile. Come di chi si è battuto in prima linea per tutti noi», ha aggiunto Conte. E ancora: «Mi piacerebbe che tutti insieme non dimenticassimo la fondamentale lezione che ci è arrivata da quella enorme ferita». Noi non dimentichiamo, è certo. Conte ha parlato con un comunicato stampa. Non in una  conferenza a reti unificate all’ora della cena. L’ora più buia, per noi. Lui, grazie a Rocco Casalino, era sempre ben illuminato.

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